Ladri di biciclette a Cannes Classics

Il capolavoro di Vittorio De Sica del 1948, Ladri di biciclette, è tra i film di Cannes Classics 2018 che propone anche un omaggio a due figure femminili della storia del cinema, Alice Guy e Jane Fond


  Il capolavoro di Vittorio De Sica del 1948, Ladri di biciclette, è tra i film di Cannes Classics 2018 che propone anche un omaggio a due figure femminili della storia del cinema, Alice Guy e Jane Fonda, e la celebrazione del 50° anniversario di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick presentato in una nuova copia in 70mm conforme all’originale da Christopher Nolan. Ladri di biciclette è presentato al festival nella versione restaurata, realizzata per festeggiare i 70 anni del film dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, e promosso da Fondazione Cineteca di Bologna e Compass Film di Stefano Libassi, in collaborazione con Arthur Cohn, Euro Immobilfin, Artedis, e con il sostegno di Istituto Luce-Cinecittà. Titolo simbolo del Neorealismo, Oscar come miglior film straniero nel 1950, Ladri di biciclette si ispira all’omonimo romanzo di Luigi Bartolini, e si avvale per la sceneggiatura dello stesso Vittorio De Sica e, naturalmente, di Cesare Zavattini, oltre che delle firme di Oreste Biancoli, Suso Cecchi d’Amico, Adolfo Franci, Gherardo Gherardi, Gerardo Guerrieri. Affidato a un cast di attori non professionisti, Ladri di biciclette è, secondo André Bazin, “il centro ideale attorno al quale orbitano le opere degli altri grandi registi del Neorealismo”. “Il mio scopo – ha detto Vittorio De Sica – è di rintracciare il drammatico nelle situazioni quotidiane, il meraviglioso nella piccola cronaca, anzi nella piccolissima cronaca, considerata dai più come materia consunta. Che cos’è infatti il furto di una bicicletta, tutt’altro che nuova e fiammante, per giunta? A Roma ne rubano ogni giorno un bel numero e nessuno se ne occupa, giacché nel bilancio del dare e avere di una città chi volete che si occupi di una bicicletta? Eppure per molti, che non possiedono altro, che ci vanno al lavoro, la tengono come l’unico sostegno nel vortice della vita cittadina, la perdita della bicicletta è un avvenimento importante, tragico, catastrofico. Perché pescare avventure straordinarie quando ciò che passa sotto i nostri occhi e che succede ai più sprovveduti di noi è così pieno di una reale angoscia? La letteratura ha scoperto da tempo questa dimensione moderna che puntualizza le minime cose, gli stati d’animo considerati troppo comuni. Il cinema ha nella macchina da presa il mezzo più adatto per captarla. La sua sensibilità è di questa natura, e io stesso intendo così il tanto dibattuto realismo”.

Cannes Classics, sezione nata oltre quindici anni fa e divenuta una componente essenziale del festival, continua il suo lavoro di esplorazione della storia del cinema proponendo sia documentari prodotti nel 2018 che grandi classici presentati da produttori, distributori, fondazioni, cineasti che lavorano per proteggere il passato e riportarlo in vita ai giorni nostri. In programma anche The Eyes of Orson Welles realizzato dal critico cinematografico e storico Mark Cousins: un viaggio nel mondo pittorico di Orson Welles, nei suoi disegni, dipinti e opere giovanili, visti per la prima volta sullo schermo grazie alla figlia Beatrice Welles; l’omaggio di Margarethe von Trotta a Ingmar Bergman, Searching for Ingmar Bergman; Fernando Solanas e il suo The Hour of le Furnaces (1968); La donna che visse due volte (1958) di Alfred Hitchcock con James Stewart e Kim Novak che verrà proiettato al Cinéma de la Plage (Movies on the Beach).

Qui il programma completo.  

Carmen Diotaiuti
23 Aprile 2018

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