Nolan in cattedra: “Kubrick mi ha insegnato che il cinema può tutto”

Il regista ha curato il restauro di "2001 Odissea nello spazio", in programma a Cannes Classics


CANNES  – “Ho scoperto 2001 Odissea nello spazio a 7 anni: fu una straordinaria esperienza che mi porto dietro ancora oggi. Kubrick mi trascinò con sé in un modo che non credevo possibile, mi dimostrò che il cinema può tutto. Sono felice di essere qui e di cercare di restituire a una nuova generazione di spettatori le emozioni che provai”. Protagonista di un’attesissima masterclass – i circa 300 fortunati sono riusciti a entrare al prezzo di lunghe file, pressati in mezzo a una calca confusa e pericolosa – Christopher Nolan è stato accolto da una calda standing ovation. E poi, davanti al suo collega Denis Villeneuve, a Katharina Kubrick, Keir Dullea, Dany Boon e una platea attentissima, ha approfondito i processi creativi del suo cinema e quelli del restauro del capolavoro fantascientifico di Kubrick, che sarà mostrato a Cannes nella versione restaurata in 70 millimetri grazie a un lavoro analogico, molto rispettoso dell’originale: “Negli ultimi anni – ha detto Nolan – restauro è diventato sinonimo di digitalizzazione, ma spesso col digitale si dà un’esperienza diversa del film e si perdono tantissime informazioni”.

Il regista di Memento è stato quindi molto attento a restituire a 2001 il suo sapore originale, anche per omaggiare uno dei suoi grandi ispiratori: “Kubrick nel 1968 si è sbarazzato delle regole e ha reinventato il cinema, perché non possiamo spingerci all’estremo anche noi?”, ha detto, e ha ricordato di essere entrato nel progetto del restauro di 2001 lo scorso anno, mentre finiva Dunkirk: “Si avvicinava il 50° anniversario e sarebbe stato un bel regalo per i cinefili proporre il restauro del film in 70mm. Warner ci ha dato la possibilità di farlo: i pianeti si sono allineati per permetterci di realizzare questo gran progetto”.

Sollecitato dal critico francese Philippe Rouyer, il regista inglese ha ricordato poi i suoi inizi, con i primi esperimenti cinematografici da adolescente e i passi successivi che l’hanno reso l’autore consacrato che è oggi. “Proprio Kubrick disse che il miglior modo di imparare a fare un film è farne uno. Io non ho fatto una scuola di cinema, ho imparato tutto da solo. Feci il mio primo film, Following, senza soldi, insieme a un gruppo di amici. Tutti noi avevamo altri lavori durante la settimana e ci dedicavamo al film solo nel weekend. Ognuno doveva cavarsela in ogni reparto: suono, immagine, montaggio… solo così si capisce la difficoltà di ogni compito. E’ stato molto utile: in seguito sui set ho sempre avuto un rapporto paritario con i tecnici, non sono alla loro merce’ perché so di cosa parlano e so esattamente cosa chiedere”.

La scuola di cinema, ha sottolineato il regista, non l’ha fatta perché non ci è entrato, ma non solo: “Mio padre sapeva che volevo fare il regista ma mi disse di prendere un vero diploma in una vera materia e decidere dopo cosa fare. Scelsi letteratura inglese perché al liceo andavo bene in quella materia e perché pensai che poteva darmi una competenza precisa per scrivere i film”.

Autore di film culto come Memento, la trilogia di Batman, Inception, Interstellar e, recentemente, Dunkirk, Nolan ha spiegato che ama lavorare con la famiglia e gli amici, insomma con persone di fiducia: “Non so come faccia Emma (Thomas, NdR) a essere contemporaneamente mia moglie, la madre dei miei figli e una persona indispensabile sul set. È bello lavorare con qualcuno il cui unico obiettivo è fare, con te, il lavoro migliore possibile. Lavorare con familiari e ti permette di comunicare facilmente, di fidarti e di sapere che se superi il limite e alzi la voce, loro te lo diranno”.

Sulla trilogia composta da Batman Begins, The Dark Knight, The Dark Knight Rises, Nolan ha sottolineato che “i tre film sono di tre generi diversi, e ognuno è definito dal suo villain. Nel primo c’è un mentore che diventa nemico, Dark Knight è un crime drama il cui cattivo è un terrorista, nel terzo c’è una dimensione epica, mitologica. Se fai dei sequel devi proporre cose diverse”. Sulle analogie tra la sua trilogia e la saga di 007, Nolan ha poi ammesso: “Abbiamo preso ispirazione da James Bond ogni volta che poteva esserci utile, per renderlo interessante nella transizione tra uomo normale e supereroe. Ma tra i miei film, quello che si avvicina di più a James Bond è Inception, non Batman”.

Michela Greco
12 Maggio 2018

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