Gary Oldman e “La bellezza di essere vulnerabile e minaccioso insieme”

L'attore inglese è stato protagonista dell'ultima masterclass a Cannes


CANNES – “Quando ho deciso di fare l’attore? Avevo 15 anni e vidi il trailer di un film che mi colpi moltissimo perché il protagonista, nello spazio di pochi secondi, si mostrava vulnerabile e minaccioso. Ho capito che era quello che volevo fare”. Vincitore di una pioggia di premi per la straordinaria interpretazione di Winston Churchill in L’ora più buia, Gary Oldman ha incontrato il pubblico del Festival di Cannes nell’ultima delle quattro masterclass proposte quest’anno.

Fresco sessantenne, e in carriera da 40 anni, l’attore inglese è stato accolto con un tifo da stadio e una standing ovation (il pubblico quest’anno non è affatto pigro e si alza spesso in piedi… anche per scattare foto migliori). Interprete di quasi 100 film, tra cui saghe di culto come Harry Potter (in cui ha il ruolo di Sirius Black) e i Batman firmati da Christopher Nolan (dove è il commissario Gordon), Oldman ha spiegato che non ama rivedersi nei film, “non tanto perché mi imbarazzo, ma perché di solito sono cose che ho fatto tanto tempo fa e sono invecchiate. Agli attori accade la stessa cosa che accade ad altri artisti, come i pittori, che nel tempo acquisiscono un nuovo modo esprimersi, si evolvono, fanno un percorso e subiscono influenze. Dico sempre che il mio ruolo preferito è il prossimo”. 

Agli inizia Gary Oldman ha frequentato soprattutto i palcoscenici teatrali: “Amavo il cinema, facevo provini e a volte mi dicevano ‘pensa a un altro mestiere, trova un piano B'”. Ma anche lui rifiutava ostinatamente molte proposte: “Ero giovane e naïf, ho detto no tantissime volte. Anzi, la mia prima risposta era sempre no, ma più dicevo no al cinema, più mi chiamavano… In fondo il no era utile”. Lo disse, inizialmente, anche a Francis Ford Coppola, che lo chiamò per Dracula, “Ho cambiato idea perché è uno dei più grandi cineasti esistenti, un eroe per me, e perché nel copione c’era una battuta meravigliosa: ‘Ho attraversato gli oceani per trovarti’. Chi rifiuterebbe un film che contiene una battuta così?”. 

Tra i primi ruoli della sua carriera, nel 1986, c’è stato quello di Sid Vicious in Sid e Nancy: “Io ero un tipo da Motown e quando c’è stato il punk pensavo che fosse solo rumore, era qualcosa che non mi interessava. Mi chiedevo quindi come affrontarlo, poi alla fine ho lavorato come sempre. Mi sono immerso nel mondo di Sid, ho ascoltato dischi, visto immagini d’archivio e… ho perso molto peso”. I suoi eroi, dice, sono Peter Seller, Peter O’ Toole e Alec Guinness. “Quando mi proposero il ruolo di George Smiley in La talpa – confessa – ero molto angosciato. Alec Guinness aveva incarnato quel personaggio per anni in una serie tv e la talpa era identificata con lui per un’intera generazione. Pensavo che mettermi su quella scia avrebbe prodotto sicuramente un fallimento. Ero molto preoccupato, mi sentivo nudo, esposto, ma quando ho iniziato la prima scena ho subito sentito che sapevo dov’ero. L’insicurezza è una buona cosa: ti spinge a fare meglio”.

Michela Greco
18 Maggio 2018

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