Migranti sotto sequestro e senzatetto nel buio della notte

In concorso nella sezione Biografilm Italia due documentari 'sociali': Iuventa di Michele Cinque sulla nave della ONG tedesca sotto sequestro e Storie di dormiveglia di Luca Magi su un dormitorio


BOLOGNA. Dai migranti di Iuventa di Michele Cinque, una realtà spesso raccontata ma qui affrontata con un approccio inedito, ai senzatetto di Storie di dormiveglia di Luca Magi, uno spaccato sociale rimosso e relegato ai margini della città. Sono alcuni dei documentari che partecipano al concorso della sezione Biografilm Italia. Iuventa – il 22 giugno in prima assoluta all’Angelo Mai a Roma – segue per oltre un anno i protagonisti della ONG tedesca Jugend Rettet (gioventù che salva): dalla prima missione nel Mediterraneo al sequestro della nave Iuventa (Gioventù) avvenuto l’agosto 2017 nel porto di Lampedusa. La giovane ONG è stata fondata nel 2015 da un gruppo di ragazzi tedeschi per salvare i migranti nel Mediterraneo, ma soprattutto per fare pressione sui governi europei al fine di creare un servizio pubblico di salvataggio, come era stato Mare Nostrum. E’ poi è assurta alla cronaca per le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che hanno portato al sequestro preventivo dell’imbarcazione.

Dalla nascita di Jugend Rettet al crowdfunding attivato nel 2016 per comprare il vecchio peschereccio poi rinominato “Iuventa”, ai quindici giorni della prima missione in mare aperto, in cui vengono salvati più di 2mila persone, al rientro dei giovani a Berlino; dal viaggio in Sicilia per ritrovare i ragazzi salvati sei mesi prima fino al sequestro nell’ambito di un’indagine della Procura di Trapani, contro ignoti, sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’agosto 2017, dopo aver portato in salvo 14mila migranti. Sono queste le tappe salienti che Il documentario di Cinque ripercorre.

Emerge, senza retorica ma con partecipazione, l’impegno umanitario e solidale di questi ragazzi europei, fino al drammatico scontro con la realtà politica. “La prima volta che ho sentito parlare di Iuventa è stato nella tarda primavera del 2016 quando Jugend Rettet, fondata nel 2015 dal diciannovenne Jakob Schoen e da alcuni suoi coetanei di Berlino, ha lanciato pubblicamente il suo programma di azioni – afferma il regista – Erano già presenti tutti gli elementi chiave: la giovanissima età dei protagonisti, lo slancio utopico che li aveva spinti a lanciarsi in questa impresa, il desiderio di cambiare il mondo e una grande forza di volontà che, come era prevedibile, li avrebbe portati a un certo punto a scontrarsi con la durezza della realtà”. Al regista ha interessato soprattutto documentare i sogni, le speranze e le delusioni dei protagonisti di questa esperienza collettiva che ha come suo atto finale, per il momento, la grande manifestazione antirazzista di Berlino di settembre 2017, che chiude il film. Una protesta che ricorda ancora una volta la necessità di farsi carico del problema delle migrazioni.

Il documentario di Luca Magi, Storie del dormiveglia, nasce dall’esperienza del regista come operatore in una struttura d’accoglienza notturna per senzatetto. Il Rostom è un centro d’accoglienza per persone senza fissa dimora, all’estrema periferia di Bologna. Dal buio, tra una sigaretta e l’altra, emergono i volti e il passato difficile di chi resta nel dormitorio per una sola notte o di chi ne ha fatto la propria casa, in un presente di perpetua attesa. La voce narrante del film è quella di David, un inglese che da sette anni vaga per il mondo ed è approdato al Rostom esausto e desideroso di rimettersi in piedi e raccontarsi. Con un registratore a cassette tiene un diario vocale in cui registra impressioni e riflessioni sulla vita.

“Per un paio d’anni ho ripreso, con il consenso delle persone, quel che accadeva nel Centro, poi è arrivato in soccorso Andrea Vaccari e abbiamo realizzato in due le riprese – spiega il regista – Il film è costruito con un andamento che ci porta dal buio verso la luce, verso un’idea laica di speranza. Il mio film non vuole essere un reportage, ma restituire questo sentimento di partecipazione e intimità con queste persone”. Il Rostom è frequentato da uomini e donne con disagi sociali, economici o psichici, con problemi di salute, di dipendenza, ex-carcerati o persone con un vissuto difficile. “Sono sempre rimasto molto colpito –  aggiunge Magi – da come dietro questa fragilità di uomini e donne, dietro la loro solitudine, si nascondesse una grandezza: un senso di rivolta, qualcosa di inutile e spesso distruttivo, ma al contempo capace, se visto da vicino come nel mio caso, di trasmettere l’essenza delle cose, di attraversare gli altri con qualcosa di pulsante, vitale e capace di emozionare”. Storie del dormiveglia è stato presentato in anteprima in concorso al 49° Visions du Réel International Film Festival dove ha vinto la Mention Spéciale Interreligieux.

ssr
17 Giugno 2018

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