Che fine ha fatto la borghesia?

Il numero di luglio della rivista 8½ analizza la repulsione del nostro cinema a raccontare il ceto medio. La sezione Inchieste indaga sui cambiamenti intervenuti nella professione del montatore


Pur essendo attratto dagli aristocratici alla Visconti non si capisce perché il cinema italiano si mostri titubante all’idea di raccontare la borghesia. Prova dunque a svelarne i motivi il numero di luglio di che dedica la cover all’inconfessabile avversione dei nostri film per il ceto medio.

Edito da Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con la DG Cinema del MiBAC e Anica, il bimestrale dedicato a Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano ha innanzitutto chiesto al direttore de Linkiesta.it, Francesco Cancellato dov’è, com’è e cosa fa la borghesia italiana. A questo proposito, impossibile non dedicare ampio spazio al genere del Cinepanettone e all’acume dei fratelli Vanzina, in quello che ora diventa inevitabilmente un ricordo del cinema di Carlo e non più un omaggio, mentre ripercorrendo i tratti salienti delle opere di tre autori come Luca Guadagnino, Paolo Franchi e Gabriele Muccino, si riescono a intercettare modi diversi, controcorrente, di raccontare ceto medio e classe privilegiata.

Voce ai mestieri del cinema nelle sezione Inchieste che in questo numero del magazine indaga sui cambiamenti intervenuti nella professione del montatore cinematografico, ovvero l’autore di quell’atto creativo fondamentale nel processo di creazione del film. L’avvento del digitale ha cambiato la pratica lavorativa del montatore: cerca di capire come attraverso la testimonianza di Valentina Ghilotti che ha lavorato al documentario Van Gogh: tra il grano e il cielo, e intervistando altri importanti esponenti del montaggio italiano: Cecilia Zanuso, Cristiano Travaglioli, Gianni Vezzosi e Andrea Maguolo.

Il medico della mutua è il film di cui si ripercorre la genesi all’interno di Anniversari, in occasione dei 50 anni dall’uscita in sala. Quella che si è imposta come una delle pellicole più memorabili di Alberto Sordi non ebbe una partenza facile e arrivò sugli schermi solo grazie alla caparbietà del suo attore protagonista, che la cofinanziò.

Il Focus di questa edizione è dedicato al cinema delle Filippine, nel quale oltre alla storia recente del paese, grazie alla produttrice di Lav Diaz, Bianca Balbuena, si fa il punto sul sistema produttivo nazionale che ora permette ai registi nazionali di preoccuparsi più dei valori artistici che non del tornaconto economico delle opere.

Sul fronte Ricordi, infine, spetta al direttore Gianni Canova e al regista Mario Canale ripercorrere le carriere di due maestri recentemente scomparsi: Ermanno Olmi e Vittorio Taviani.

Come sempre, anche il numero 39 del magazine è consultabile anche nella versione web www.8-mezzo.it dove su di un’unica pagina è possibile curiosare tra le cinque sezioni: homepage, redazione, download del magazine, reprint e contatti. A curare il progetto grafico della testata, nella versione cartacea e per quella online, è 19Novanta Communication Partners.

redazione
13 Luglio 2018

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