Festival di Zurigo, l’edizione 2018 parla italiano

Dal 27 settembre al 7 ottobre la città svizzera diventa un luogo imprescindibile per i cinefili, tra film attesissimi in anteprima, mentre nella sezione New World View troviamo una selezione tricolore


ZURIGO – Dal 27 settembre al 7 ottobre la città svizzera diventa un luogo imprescindibile per i cinefili, tra film attesissimi in anteprima europea, internazionale o persino mondiale (è il caso di Richard Says Goodbye, commedia con protagonista Johnny Depp) e recuperi di titoli prestigiosi già presentati a Berlino, Cannes e Venezia (sono presenti sia la Palma d’Oro Un affare di famiglia che il Leone d’Oro Roma). Numerosi gli ospiti importanti, tra cui Judi Dench, che riceverà il Golden Icon Award di questa edizione, e Wim Wenders, omaggiato con un riconoscimento speciale e una retrospettiva di dodici film, dall’esordio datato 1972 ai giorni nostri. L’apertura è stata affidata alla commedia americana Green Book, già presentata a Toronto e accompagnata per l’occasione dall’interprete principale Viggo Mortensen e dal regista Peter Farrelly.

Particolarmente notevole quest’anno è la presenza italiana, grazie alla sezione New World View che pone l’accento sulle nuove voci cinematografiche di un paese specifico. Per la quattordicesima edizione della kermesse zurighese si è deciso di effettuare una selezione tricolore, con ben diciotto titoli: tredici lungometraggi e cinque corti, questi ultimi scelti in collaborazione con il Festival di Winterthur. Tutte produzioni recenti, uscite tra il 2016 e il 2018. Si va dalla comicità bislacca di Orecchie ed Easy alle atmosfere più fiabesche e fantasmatiche di Lazzaro felice e Sicilian Ghost Story, senza dimenticare il magnifico pugno nello stomaco che è Dogman, scelto per rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar. All’interno della rassegna si celebrerà anche l’anteprima elvetica di Loro di Paolo Sorrentino, nella versione internazionale unica di 150 minuti. Quasi tutte le proiezioni saranno introdotte dai registi e/o produttori.

Oltre al presente si celebra anche il passato, grazie al Lifetime Achievement Award conferito a Donald Sutherland. L’attore canadese, da sempre legato all’Italia per motivi professionali (il nome del suo primogenito Kiefer deriva dallo pseudonimo americano del regista Lorenzo Sabatini, con cui Sutherland esordì al cinema ne Il castello dei morti vivi), accompagnerà personalmente la proiezione speciale di The Leisure Seeker di Paolo Virzì, e saranno mostrati al pubblico anche Novecento, Il Casanova di Federico Fellini e, di matrice inglese ma girato in territorio nostrano, A Venezia… un dicembre rosso shocking.

Si parla italiano anche in due opere inedite di un certo peso, entrambe selezionate dal festival in anteprima mondiale. Il mangiatore di pietre (nella foto), basato sull’omonimo romanzo di Davide Longo, è il primo lungometraggio di finzione del documentarista Nicola Bellucci, che per l’occasione firma un thriller dall’ambientazione piemontese e dirige, tra gli altri, Luigi Lo Cascio. Presente nel cast anche Leonardo Nigro, che divide la scena con Vinicio Marchioni e Sabine Timoteo in Cronofobia, opera prima del regista ticinese Francesco Rizzi che partecipa a uno dei tre concorsi ufficiali della kermesse, quello dedicato alle produzioni svizzere, tedesche ed austriache.

Max Borg
27 Settembre 2018

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