Abatantuono e la rivincita di un uomo buono

E se tutti noi avessimo un nemico ad eliminare? Qualcuno che rovina la nostra vita, verso la cui cattiveria siamo ciechi, proprio come il professore Enzo Stefanelli (Diego Abatantuono)


E se tutti noi avessimo, tra chi ci è più caro, un nemico da eliminare? Qualcuno che, senza che ce ne rendiamo conto, rovina la nostra vita con autentica cattiveria, verso la quale siamo completamente ciechi o, meglio, preferiamo non vedere, privilegiando una rassicurante bugia alla più scomoda verità. Proprio come fa il placido professore universitario Enzo Stefanelli (Diego Abatantuono), protagonista di Un nemico che ti vuole bene di Denis Rabaglia nei cinema dal 4 ottobre. Un uomo buono che si muove in un mondo pirandelliano di apparenze ingannevoli e di parenti serpenti, che in una notte di pioggia salva la vita a un giovane ferito da un’arma da fuoco. Il ragazzo (Antonio Folletto, ‘O principe’ di Gomorra) è un killer della camorra che per sdebitarsi si offre di uccidere un suo nemico, chiunque esso sia. Una richiesta che lascia inizialmente scettico il professore, che insiste nel dire di non avere nemici. Teoria che non convince per niente il giovane che si mette a cercarne uno portando scompiglio nella vita del professore.

La genesi del film ha seguito un percorso particolare, come racconta il regista Denis Rabaglia che deve l’idea a un workshop in Georgia per giovani registi tenuto insieme a Krzysztof Zanussi durante il quale al maestro polacco fu raccontata questa stravagante ipotesi di storia. “Una sera davanti a un drink ci siamo divertiti a immaginare in quale tipo di film si sarebbe potuta trasformare. Non ho mai dimenticato il racconto, ma l’ho sempre considerato proprietà di Zanussi, visto che era qualcosa raccontato a lui. Ma dopo sei anni gli ho chiesto il permesso di girarne un film, che volevo fosse al tempo stesso intrigante e divertente, ma anche capace di mantenere un minimo di tensione drammatica. Con la stessa storia si potrebbe benissimo fare un thriller dai toni scandinavi, oscuro, cupo, ma ho scelto la commedia, più precisamente una black comedy”. 

Il protagonista è un uomo borghese in cui prevalgono onestà e buona fede e che si scopre, a poco a poco, circondato da nemici, anche se all’inizio è convinto di non averne nessuno. Interpretato da Diego Abatantuono, che ha la perfetta fisicità da “colosso con i piedi di argilla”, come lo definisce il regista, e che del film ha anche cofirmato la sceneggiatura: “Ho sempre dato il mio contributo anche a livello di riscrittura ai miei film – dice – anche le volte in cui non ne ho firmato apertamente la sceneggiatura, come ad esempio con i film di Salvatores. In questo caso lo script iniziale  era complesso e secondo me occorreva renderlo più realistico, pur mantenendo l’ironia di fondo. Per restituire al meglio la storia di un personaggio normale a cui succede qualcosa di straordinario, e facilitare, proprio tramite questo realismo, il riconoscimento da parte del pubblico”. 

Un film pieno di rovesciamenti, in cui i buoni si scoprono in realtà cattivi e dove anche il nemico è diverso da quello che sembra. Un killer che si rivela amico e che, a suo modo, è una brava persona, vittima dell’ambiente malavitoso in cui è cresciuto. “È proprio il rapporto tra i due l’aspetto più originale e interessante del film – sottolinea Abatantuono. Il professore è una brava persona, un po’ingenuo, forse, ma non stolto. Ha già avuto modo di esse imbrogliato da un caro amico in passato ma si fida ancora delle persone che lo circondano, solo che si lascia un po’ vivere senza guardare a fondo la realtà”. Proprio il killer, che potrebbe sembrare apparentemente il nemico assoluto ma che poi non è così male, lo aiuta a capire che tutta la sua vita è diversa da come appare, e se all’inizio gli sta vicino solo per sdebitarsi, man mano si crea tra i due un reale legame d’affetto.  

Una variegata galleria di personaggi negativi circondano il professore, dall’amico traditore Antonio Catania, alla mamma prepotente Sandra Milo, la moglie opportunista Gisella Donadoni, e l’ambiguo fratello sacerdote Roberto Ciufoli. Tutte ‘brave persone’ che nascondono dietro sorrisetti e buone maniere un lato falso e oscuro.

 

Carmen Diotaiuti
01 Ottobre 2018

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