Orizzonti, tris italiano tra genere e politica

Diciotti titoli, tutti in prima mondiale, per "la sezione più eterogenea della Mostra"


E’ la sezione più eterogena della selezione ufficiale quella di Orizzonti, diventata competitiva nell’èra Barbera e composta da 18 titoli, tutti in prima mondiale, più un documentario fuori concorso. Anche qui, come nella competizione maggiore, i registi italiani sono tre: Michele Alhaique, Renato De Maria e Franco Maresco.

Il primo presenta Senza nessuna pietà, noir con cui l’attore romano esordisce alla regia grazie all’amico Pierfrancesco Favino, co-produttore nonché protagonista muscoloso e minaccioso di una storia ambientata tra i cantieri edili della periferia capitolina, in cui imperversa la criminalità. Il film arriverà nelle sale con Bim l’11 settembre. Renato De Maria torna a 5 anni da La prima linea con La vita oscena, tratto dal libro omonimo di Aldo Nove su un uomo (Clément Métayer) che, rimasto solo dopo lo sgretolamento della sua famiglia, intraprende un viaggio visionario e psichedelico alla ricerca della morte. Nel cast anche Isabella Ferrari, Andrea Renzi, Iaia Forte. Terzo ma non ultimo per importanza è Belluscone, una storia siciliana, “un film che parla di mafia con lo stile particolarissimo di Maresco – spiega Barbera – e che riflette anche sulla crisi personale dell’artista di fronte alla difficoltà crescente di interpretare la realtà”. Nel cast, tra gli altri, Tatti Sanguineti, Ficarra e Picone.

Per il resto, al Lido, gli Orizzonti geografici del cinema saranno piuttosto ben rappresentati, con la presenza del film giordano Theeb di Naji Abu Nowar, della Georgia con Line of Credit di Salome Alexi, della Corea del Sud con Hill of Freedom di Hong Sangsoo, dell’Austria con I Spy/I Spy di Veronika Franz e Severin Fiala, dell’Azerbaijan con Nabat di Elchin Musaoglu, dell’India con Court di Chaitanya Tamhane e della Croazia con These Are the Rules di Ognjen Svilicic, “un film sorprendente su come la gente normale può reagire alla violenza”, commenta il direttore.

Gli Stati Uniti portano in dote il nome di Ami Canaan Mann, figlia del regista Michael già passata al Lido con Le paludi della morte, con una storia – Your Right Mind – che ha per protagonista la star di Grey’s Anatomy Katherine Heigl, i fratelli indie Josh e Ben Safdie, habitué della Quinzaine di Cannes, che qui portano Heaven Knows What, e il ricco cast di Cymbeline di Michael Almereyda, che conta Milla Jovovich, Ed Harris, Ethan Hawke e Bill Pullman. Fortissima nel concorso ufficiale, la Francia fa capolino anche in questa sezione, con Near Death Experience, nuovo lavoro di Delépine e Kervern che promette un alto tasso di follia e ha come protagonista lo scrittore Michel Houellebecq, e Réalité di Quentin Dupieux, mentre la Gran Bretagna si presenta con Bypass di Duane Hopkins.

Infine, anche qui c’è un fuori concorso, sulla carta molto interessante: il documentario collettivo Io sto con la sposa. Diretto da Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry, è stato realizzato con un crowdfunding da record (sono stati raccolti 100mila euro) e registra la strana avventura ideata dai registi (di cui uno è fondatore del sito Fortress Europe, in cui vengono tristemente contati i migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa), che hanno radunato a Milano una ventina di siriani e palestinesi diretti in Svezia per chiedere asilo politico. Con un “trucco” in mente per attraversare la frontiera: farsi passare tutti per partecipanti a un matrimonio, eleganti e su macchine di lusso.

Michela Greco
24 Luglio 2014

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