Finanziamenti ai film: il caso francese


S. Silvestri, A. UsaiCosa deve fare la televisione del 21/o secolo per consumare e finanziare il cinema al meglio in Italia? E’ questo l’interrogativo a cui Il gusto degli altri, il convegno sull’audivisivo tenutosi a Roma il 12 e 13 dicembre, cerca di dare una risposta. Nella sede capitolina dell’Agis si sono riuniti esponenti del mondo del cinema e della televisione per discutere sul futuro dei contributi da assegnare al cinema in Europa, con un occhio di riguardo al sistema francese e un’attenzione particolare all’Italia. Organizzata dall’Api, con Agis, Anec in collaborazione con Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Roma, Kodak, Technicolor e Università Roma 3 e con il supporto del ministero dei Beni e delle Attività Culturali-DG Cinema e dell’Osservatorio dell’Audiovisivo di Cinecittà Holding, la manifestazione ha visto la partecipazione tra gli altri di Alberto Francesconi, Angelo Barbagallo, Celestino Spada, Wolfgang Closs e Alessandro Usai.

A fare gli onori di casa è stato proprio il presidente dell’Agis Alberto Francesconi, che ha invitato tutti a riflettere complessivamente sul da farsi “in un momento storico così complesso nel quale le tecnologie si evolvono rapidamente. L’importante è cercare di riportare l’Europa al centro della cultura, altrimenti si rischia di far invecchiare il nostro continente prima del tempo. Perciò è necessario riflettere, e subito dopo agire”.

Dello stesso avviso Angelo Barbagallo, presidente dell’Api, che arriva diritto al punto: “Da noi c’è qualcosa che manca per formulare un disegno di legge che crei una concertazione tra cinema e televisione. Siamo bloccati dalla legge 122 sulle emittenti. Quel che è chiaro è che il finanziamento pubblico non basta. Bisogna creare un’alternativa solo così si può offrire al pubblico un mercato cinematografico vero”. Per Barbagallo la tv è sicuramente una risorsa da sfruttare tanto da portare l’esempio di sostegno che Sky ha messo in pratica, finanziando alcune pellicole nostrane. Ma il problema non sono solo le emittenti.

A far luce su una delle falle più grosse del nostro sistema, il docente universitario Celestino Spada che ha scoperto la scarsità di informazioni e dati riguardanti il mercato dell’audiovisivo in Italia: “Nel nostro paese non possiamo stabilire con chiarezza quale zona d’Italia noleggia di più, né perché, né tantomeno che cosa. Sembra non interessi a nessuno. Una cosa è evidente: la tv con i film si sta comportando in maniera strana. Li sta mettendo da parte a beneficio di altri tipi di programma come i reality e i quiz. Risultato le pellicole vengono programmate in seconda e terza serata con risultati pessimi. Mentre invece sono capaci di ottenere ascolti discreti in prime time”.

 

E proprio del mercato del film e del modo in cui questi dovrebbero essere sovvenzionati dai network ha parlato Wolfgang Closs, direttore esecutivo dell’Osservatorio europeo dell’audivisivo. Secondo Closs la situazione europea è variegata e si sta adeguando sempre di più alle nuove piattaforme. Finanziamenti ai film vengono dati non solo più dalle tv generaliste, ma anche da quelle private, dalle pay tv, dalle pay per view e addirittura dal sistema video on demand. Realtà che in Italia sembrano lontanissime e che il direttore esecutivo esorta a seguire più da vicino.

E sui modelli da seguire ha le idee chiare Alessandro Usai che ha presentato la “Guida ai finanziamenti al cinema in Francia”, un quaderno realizzato dall’Osservatorio Italiano dell’Audiovisivo che il direttore generale di Cinecittà Holding è fiero di illustrare: “Ho studiato molto il sistema francese di sovvenzioni ai film. La cosa particolare di questo sistema è che è tutto estremamente dettagliato. Non ci sono solo i budget a disposizione e i requisiti che la pellicola deve avere ma anche i criteri di assegnazione e i massimali. E’ tutto chiaro, basta studiarlo e seguirlo. Il libro bianco e questo quaderno-guida sono stati realizzati e pensati per voi produttori dall’Osservatorio”.

 

I dati e le informazioni presenti nella guida sono stati raccolti con l’aiuto di Alain Modot, vicepresidente Associato Media Consulting Group, durante una due giorni, tenutasi nella Capitale, nel giugno del 2004, sul sistema di finanziamento francese ai film.

Valentina Neri
13 Dicembre 2005

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