Polanski a Locarno: è polemica

A protestare alcuni politici, come Fiorenzo Dadò, capogruppo del partito popolare democratico (di ispirazione cattolica), che scaglia fulmini dal suo profilo facebook


Il masterclass di Roman Polanski in programma a Locarno il 31 agosto con la moglie Emmanuelle Seigner, sta rinfocolando polemiche nel ticinese, il bacino d’utenza primo e naturale del festival.

Parecchie voci indignate, anche a mezzo stampa, per l’invito al regista che si porta però ancora dietro il peso dell’accusa di stupro a una ragazzina. Durante la festa di apertura, il presidente del festival Marco Solari si è assunto la responsabilità di ogni decisione presa, e si presume alludesse alla querelle. 

A protestare alcuni politici, come Fiorenzo Dadò, capogruppo del partito popolare democratico (di ispirazione cattolica), che scaglia fulmini dal suo profilo facebook. Ma il direttore Carlo Chatrian risponde: “Polanski suscita reazioni contrastanti, può essere ammirato nel percorso attraversato da grandi gioie e tragedie come l’Olocausto, non solo da quel gravissimo accadimento. Ma lo invito come regista ponendo l’accento sui suoi film”.

Dadò non accetta repliche: “Come regista non si discute – ribatte – ma l’accoglienza di un latitante non può essere taciuta né tollerata. L’uomo, al di là dei meriti d’arte, incarna l’ingiustizia più bieca. Il Festival revochi l’invito e chieda al regista di domandare perdono alle vittime della pedofilia offese della sua codardia”.

E’ intervenuto sul caso anche il regista Luc Besson: “Nessuno mi ha chiesto di firmare a favore di Polanski ma io penso che la Giustizia debba essere uguale per tutti”. 

Ang
08 Agosto 2014

Locarno 2014

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Vivere ai piedi del Vesuvio

Gianfranco Pannone con il documentario Sul vulcano - fuori concorso al festival di Locarno e distribuito da Luce Cinecittà - lancia un appello ai politici per sensibilizzarli sulla grave situazione in cui versano quella zona e i suoi abitanti: "Ho preferito raccontare il Vesuvio anche attraverso le parole e gli scritti di tanti artisti e scrittori. Ma affronto anche i problemi che la speculazione ha creato. Parlo delle case costruite sui canali creati dalla lava, racconto la concentrazione di persone che vive in posti che non dovrebbero essere abitati. E questa è politica, politica vera, quella che piace a me"

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Bonifacio Angius: la mia Sardegna non da cartolina

"Volevo che in Perfidia ci fosse la Sardegna che conosco, che non è soltanto quella colorata, piena di sole e di mare, ma quella grigia, claustrofobica che si respira in certe periferie", così il regista sul suo esordio passato in Concorso al Festival di Locarno e in uscita in sala il 27 novembre con Movie Factory e Il Monello film. La storia, ambientata a Sassari, racconta di un padre e un figlio che, dopo la morte della loro moglie e madre, convivono scoprendo di essere due completi estranei. "Il tempo che stiamo vivendo è fatto di di una cattiveria che s'innesta silente nella società, nella famiglia, fra le persone, che non comunicano più e sono spesso paralizzate dalla solitudine", spiega l'autore

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Locarno, vince il film filippino sulla dittatura di Marcos

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