Bertolucci inaugura la retrospettiva del MoMa
"Politico, intimo e ribelle:
Bernardo Bertolucci è poliedrico come i suoi film"
così un lungo articolo sull'inserto della domenica del
'New York Times' in occasione della retrospettiva completa
dedicata al regista che si apre oggi 15 dicembre con Il
conformista e proseguirà fino al 12 gennaio al
MoMA di New York, per iniziativa di
Cinecittà Luce e dello stesso Museum of
Modern Art.
Le nuove copie dei 17 film che fanno parte della
personale sono state realizzate da Cinecittà Luce, che ha
seguito nei 15 mesi di lavorazione tutte le operazioni di
stampa, affidandone la supervisione ai direttori della
fotografia che hanno lavorato con il regista, a cominciare dal
premio Oscar Vittorio Storaro.
Bertolucci è in questi giorni a New York a inaugurare la
rassegna: "E' come un lungo film. Ogni pellicola ne rappresenta
una sequenza e c'è una sorta di continuità", ha
dichiara all'Ansa in un incontro con la stampa
all'Istituto italiano di cultura di New York.
Questi film "raccontano un sacco di cose sulla mia vita -
aggiunge il regista - e sono probabilmente meno noiosi di
quanto è stata la mia vita stessa".
Riferendosi poi ai recenti tagli alla cultura e allo
spettacolo, Bertolucci ha ribadito che "con la cultura si
mangia", contrariamente a quanto dichiarato da esponenti del
Governo.
Il regista ha inoltre ricordato Mario
Monicelli, morto suicida nei giorni scorsi. "Il suo
è stato un proclama, una forma di eutanasia, si è
trattato di un gesto straordinariamente morale. Ha ripetuto
ancora una volta che in Italia dobbiamo aprire alla dolce
morte".
L'artista ha poi rivelato che per anni Marlon
Brando non gli ha rivolto la parola, dopo Ultimo
tango a Parigi che ne ha messo a nudo la
personalità.
Anche 'Variety' parla della personale, titolando "Italiano
festeggiato al MoMa", e in chiusura dell'articolo accenna a un
suo probabile ritorno dietro la macchina da presa, ma i
progetti sono ancora top secret.
Intenzione peraltro manifestata in un'intervista a inizio
dicembre alla 'Repubblica': "Dopo due anni in cui credevo che
non avrei fatto più niente, mi è tornato il desiderio
di lavorare. Sento odore di cinema. Non Gesualdo da
Venosa, l'ho abbandonato, è troppo costoso, non
voglio fare più cose così. Penso a film a Roma delle
dimensioni di L'assedio. Non posso dire altro".
Nel frattempo al 'Corriere della Sera' Bertolucci dichiara
oggi che "l'ultimo romanzo di Niccolò
Ammaniti, 'Io e te', mi ha affascinato molto e ridato
una gran voglia di riprendere al più presto il lavoro. Mi
piace molto il tema affrontato da questo giovane e forte autore
con quel ragazzo chiuso nelle viscere di un palazzo che
prospetta di passare una settimana in solitudine tra i libri
che predilige e bottiglie di Coca Cola, settimana che invece
sarà trasformata in qualcosa di molto diverso, dall'arrivo
di una giovane, Olivia. Un racconto intessuto di sogni e
realtà e che rappresenta la crescita e l'ingresso nella
maturità".