I film italiani mai presi in considerazione per i premi

Rossy De Palma si lascia andare a qualche confidenza sul lavoro dei giurati: "Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma volevamo premiare la novità di linguaggio"


I film italiani non sono mai veramente stati considerati per il palmarès. Durante la festa finale all’Agora l’Ansa ha raccolto alcune confidenze dei giurati. Rossy De Palma sembra l’unica dispiaciuta: “Abbiamo pianto tutti con il film di Moretti, ma non l’abbiamo considerato: è un film che avrebbe potuto fare anche 10 anni fa, è come quando ti metti una giacca addosso e sai che è un po’ vecchia anche se ti sta bene. L’orientamento era di premiare un cinema che ci ha colpito per novità di linguaggio, per messa in scena. Quando tu hai – prosegue – un film come Il figlio di Saul di Nemes, tutto girato con una soggettiva particolare, non puoi non impressionarti. A me dispiace molto per Giulia Lazzarini, la mamma di Mia madre, ho provato a farla premiare anche se non era il ruolo principale del film sostenendo che è lei che porta sulle spalle quel film, tutta la tenerezza che ti suscita Mia madre la devi alla sua interpretazione, lei è importante, ma sono stata l’unica e sono rimasta sola. Quanto al film di Sorrentino, devo raccontare che mai nessuno l’ha nominato per il premio, tranne io all’inizio delle discussioni. Ma mi sono trovata anche qui da sola. Anche il film di Matteo Garrone, Il racconto dei racconti, non è stato considerato mai in alcun modo: è bello, non si discute, ma instabile, altalenante, e avevamo film più completi ad impressionarci, che infatti sono finiti nel Palmarès”. Joel Coen, alla festa con la moglie Frances McDormand, come già pubblicamente in conferenza, taglia abbastanza corto: “C’erano molti buoni film e bisognava fare delle scelte, amo Paolo Sorrentino, amo Moretti e Garrone, ma per loro non c’era spazio”. Lambert Wilson, che ha condotto la serata di chiusura si avvicina e in italiano ci dice: “Sono rimasto male anch’io, dietro le quinte ne ho parlato con Valeria Golino, anche lei dispiaciuta. Ma – aggiunge – sono film così importanti, e pazienza se qui non hanno vinto niente, ce li ritroveremo agli Oscar”. Infine interviene Thierry Frémaux: “Non facciamo che dopo avermi ringraziato per i tre film italiani del concorso, adesso voi italiani mi criticate perché non avete vinto niente”, scherza affettuosamente. “Io ho fatto quel che potevo, il mio lavoro, la scelta. Con le giurie non si sa mai come finisce e quest’anno è andata così”.

redazione
25 Maggio 2015

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