Vecchiali: “Il più grande rimpianto? Non aver lavorato con Pasolini”

L'85enne cineasta francese rivela: "Insieme dovevamo girare un film su Gilles De Rais e Giovanna d'Arco, ma morì troppo presto"


PESARO – “Il mio più grande rimpianto nella vita è non aver fatto il film progettato con Pasolini: l’ho incontrato solo quattro volte ma in quelle quattro volte ho capito che sarebbe potuto essere il mio più grande amico”. Ad affermarlo è Paul Vecchiali, l’85enne regista francese, nato ad Ajaccio in Corsica, ospite della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema con l’ultimo film, Nuits Blanches sur la Jetée (Notti bianche sul molo). Il cineasta di Tolosa ha raccontato: “Incontrai Pier Paolo che mi disse che il mio Femmes femmes era il più grande film che avesse mai visto, io gli risposi che non amavo i suoi a parte Uccellacci e uccellini. Quando scrivi una poesia, spiegai, non metti le parole nel cappello per farle estrarre da qualcuno, invece nei tuoi film usi diversi obiettivi e poi costruisci il film al montaggio. Sei un rivoluzionario e dovresti capire che collocare il cavalletto in un punto preciso è un gesto rivoluzionario. Uccellacci e uccellini è il solo film in cui l’ha fatto. E’ vero, mi risposte, l’ho girato con una sola cinepresa”. A quel punto l’artista italiano gli propose di fare un film insieme. “Io scelgo gli attori e scrivo la sceneggiatura, tu filmi e io ti osservo sul set. Il film doveva parlare di Gilles De Rais e Giovanna d’Arco“. C’era già il produttore, gli Artisti Associati. “Purtroppo Pier Paolo è morto tre giorni dopo e mi ha lasciato con questo grande rimpianto. Era un uomo eccezionale, un cineasta eccezionale alla ricerca di se stesso. Spero di non essere presuntuoso nel dirlo, ma continuo a pensare che Pasolini sia stato più grande come poeta che come regista. Zurlini è un vero cineasta, Pasolini no. Non amo Accattone – come non amo Fellini – e credo che Pier Paolo avesse nel profondo paura del cinema”. 

Nuites Blanches sur la Jetée, che Pesaro ha presentato nella minisezione Because the Night (era già stato in concorso al Festival di Locarno), è ispirato a Le notti bianche di Dostoevskij come i film di Bresson (Quattro notti di un sognatore, 1971) e Visconti (Le notti bianche, 1957). “Li ho visti entrambi a distanza ravvicinata e mi è venuta voglia di leggere il romanzo che non conoscevo. Nello stesso volume c’erano anche Le memorie del sottosuolo, che ho usato per il prologo. Nel libro ho ritrovato la bellezza di questi due film, anche se Mastroianni, pur essendo un grande attore, piangeva un po’ troppo nella versione di Visconti. Poi ho capito che avevo una visione diversa. Per me il protagonista delle Notti bianche, come quello delle Memorie, è un masochista. Può darsi che questa donna non esista affatto e che lui la inventi per soffrire ancora di più. Il possibile lieto fine è distrutto dall’arrivo dell’altro uomo, l’amore che Natalia attende, e dallo squillo del cellulare”. Vecchiali, che ha già pronti altri due progetti, C’est l’amour già al montaggio e un altro film da girare, ha disseminato la pellicola, interpretata da Astrid Adverbe e Pascal Cervo e girata in digitale e con un Iphone, di segnali che rimandano a questo aspetto fantasmatico della figura femminile, pura proiezione della mente maschile. “Ma in fondo si parla di un tema classico, la ribellione della creatura al suo creatore”. 

Cristiana Paternò
26 Giugno 2015

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