TAORMINA. “E’ stata un’esperienza intensa e coinvolgente lavorare con Paolo Franchi nel suo nuovo film Dove non ho mai abitato al fianco di Emmanuelle Devos e Giulio Brogi. Forse il suo cinema può sembrare in qualche modo disturbante, invece è vivo”. Così Fabrizio Gifuni, a margine della Tao Class tenuta al Festival, che nel film di Franchi – premiato al Festival di Roma 2012 per E la chiamano estate – ricopre il ruolo di un 40enne, Massimo, il cui destino s’incrocia con quello di Francesca, una donna della sua età figlia di un famoso architetto, di cui Massimo è fidato collaboratore. Il loro rapporto si farà molto stretto perché si troveranno a lavorare insieme a un progetto di una villa da restaurare.
Nel corso della Tao Class Gifuni ha ricordato gli anni dell’Accademia nazionale di Arte Drammatica, frequentata insieme a Pier Francesco Favino, Alessio Boni e Luigi Lo Cascio. “Avevamo un grande maestro quale Orazio Costa che, dopo aver lasciato l’Accademia durante il ’68, era tornato a insegnare alla fine degli anni ’80. Ci sottoponeva a lunghissime sessioni di scene provate in coro, con le voci degli allievi suddivise in alte, medie e basse”.
Per Gifuni due giganti del cinema, ma anche del teatro, opposti per stile e metodo sono Marcello Mastroianni e Gian Maria Volonté. “Mastroianni faceva tutto con apparente naturalezza, senza sforzo, sembrava che arrivasse per caso davanti alla macchina da presa, e nei personaggi interpretati era sempre riconoscibile. Al contrario di Volonté che spiazzava lo spettatore, trasformandosi e calandosi ora ne panni di Aldo Moro o in quelli Enrico Mattei o Lucky Luciano, dopo ore di sistematica ed estrema preparazione”.
In procinto di girare un biopic su Steve McQueen, oggi l'attore è al Taormina Film Fest per una masterclass non manca di parlare della tragedia di Orlando e dell'uso delle armi negli Usa. Nato a Modesto, in California, maggiore di cinque figli, origini irlandesi e tedesche, un fisico palestrato perfetto per il film d'azione (da The Bourne Legacy a Captain America: Civil War), Renner scoraggia chi aspira a fare l'attore: "Lo so che a vederlo da fuori sembra una cosa, ma vi consiglio di fare altro. E' un vero e proprio lavoro. Io sono stato fortunato, ma ci vogliono anche tanta fatica e passione. Fatelo solo se siete portati per entrambe le cose"
Quanto ha pesato la politica estera americana sulla rivoluzione in Ucraina e sui fatti del febbraio 2014 conosciuti come Euromaiden? Come dimostra il documentario Ukraine on fire di Igor Lopatonok, film di cui Oliver Stone è coproduttore e autore delle interviste passato oggi al Taormina Film Fest, moltissimo. E così non a caso il regista di Platoon risponde alla domanda sul peso della politica estera sui fatti internazionali: "Quello che succederebbe se fosse eletto Clinton o Trump conta poco"
L'attrice è anche l'interprete di C’è sempre un perché di Dario Baldi, una coproduzione Italia Cina presentata fuori concorso a Taormina. In futuro tre nuovi progetti di coproduzione con la Cina
"Mussolini riceveva fino a 1500 missive al giorno dagli italiani di ogni ceto sociale ed età, soprattutto richieste di soldi, sussidi, elemosine e lettere di adorazione. Si tratta di lettere, cartoline postali e telegrammi contenuti in 3mila faldoni intestati ‘Segreteria particolare del Duce’ e conservati all’Archivio centrale dello Stato di Roma", dice l'autore che a questo materiale ha attinto per il suo documentario Mio Duce ti scrivo, prodotto da Luce Cinecittà, che anche lo distribuisce, con Rai3 e presentato a Taormina