CSC: il congedo di Rulli

Si è concluso il mandato di Stefano Rulli alla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia, visibilmente emozionato si congeda pronunciando il suo saluto


Si è concluso il mandato di Stefano Rulli alla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia, visibilmente emozionato si congeda pronunciando il suo saluto ai dirigenti, agli allievi, ai docenti e ai dipendenti della Fondazione che ha guidato per quattro anni:   

“Ho fatto molti discorsi in questi anni e in queste aule per convegni, anniversari, saggi di diploma – dice in un comunicato – Quello di oggi però è un’altra cosa. E’ un saluto finale, un congedo. E’ dunque tempo di bilanci politici, culturali ma anche personali. Come sapete, sono stato chiamato a presiedere il CSC non perchè mi ci ha voluto la politica ma il mondo del cinema e più in generale dell’audiovisivo, le sue organizzazioni, da quella dei produttori a quelle dei registi e degli sceneggiatori. Hanno ritenuto opportuno che per rilanciare questa struttura formativa e questa Cineteca Nazionale e metterle al passo con i cambiamenti avvenuti in questi ultimi decenni nel nostro campo, al vertice del Centro ci dovesse essere uno di loro, uno che i problemi del cinema li conosce dall’interno. E hanno scelto me. Non sta a me giudicare se si è trattata di una scelta felice o di una fiducia mal riposta. So solo che nel 2012 per una volta la politica ha saputo ascoltare quella fetta di società civile che si occupa di spettacolo e ha scelto di fare un passo indietro e di rispettare la sua volontà. (:::) Festeggiare gli 80 anni del CSC è stata un’occasione per riflettere sul nostro passato ma anche sul nostro futuro. Che non è affatto residuale se ognuno di noi saprà rinnovarsi al passo coi tempi. E le manifestazioni così come le iniziative per gli 80 anni non devono servire a ricordare un morto ma a festeggiare una narrazione audiovisiva che cambia pelle ma sempre rinasce. Che si sdoppia, si triplica, si quadruplica per restare viva.             Con i ‘saggi di diploma’ dagli anni ’40 ad oggi presentati alla Casa del cinema e la pubblicazione di un volume sui restauri della Cineteca, cala il sipario. La festa è finita. E come in una sceneggiatura scritta male, dove tutte le cose tornano fin troppo, finisce anche la mia esperienza al CSC. Una esperienza positiva. Certamente per il mio narcisismo di uomo di spettacolo, grazie al premio vinto a Cannes da ‘Lievito madre’ dell’allievo Fulvio Risuleo, il Solinas 2016 per il miglior soggetto all’allieva Flaminia Gressi, e i due Leoni d’oro 2014 e 2015 per i restauri di ‘Una giornata particolare’ e di ‘Salò-Sade’. (:::) Al momento il CSC è una struttura che consente un’attività scolastica tradizionale. Proprio perchè si tratta dell’unico centro di eccellenza per la formazione audiovisiva di tipo pubblico, sarebbe auspicabile un cambiamento che ne amplifichi le potenzialità di apprendimento e incontro, consentendo agli allievi non tanto di frequentare una scuola con orari fissi ma di vivere l’esperienza di una comunità creativa, avendo a disposizione strutture residenziali e contesti didattico-professionali che favoriscano la sperimentazione di idee e progetti nell’ambito dell’audiovisivo. (…) In più occasioni ci è stato proposto di ‘esportare’ il modello formativo CSC in altre parti del mondo (in particolare in paesi in via di sviluppo come Libia, Nigeria, Malesia ma anche in quelli cinematograficamente più avanzati come la Cina e la Corea del Sud). A tal proposito, proprio nell’ultimo anno, come presidente del CSC ho firmato un accordo-quadro per fornire modello formativo e insegnanti per una Scuola di cinema a Seul. Dunque presto anche il CSC potrà cambiare pelle. Sta a tutti voi vivere questo cambiamento con speranza e fiducia. E comprendere che il nuovo possibile ruolo del CSC in una dimensione mondiale della formazione è qualcosa che abbiamo ideato da noi, e che oggi come ieri è nelle nostre mani saper utilizzare al meglio questa possibilità di rilancio”.

Ang
29 Novembre 2016

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