Il cartoon italiano emoziona il Lido

Il film 'Gatta Cenerentola' arriverà in sala il 14 settembre


VENEZIA – Uno dei film più interessanti di questa edizione, nella sezione Orizzonti, in concorso, è un cartoon italiano. Non per bambini, anzi. Si tratta di Gatta Cenerentola, di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, vagamente ispirato all’opera teatrale di Roberto De Simone che a sua volta affonda le radici nel racconto orale della tradizione napoletana riportato da Giambattista Basile ne ‘Lo cunto de li cunti’. Il contesto, però, è spostato in una Napoli distopica e futuristica, una sorta di Ghost in the Shell all’italiana, con le voci di Alessandro Gassmann, Massimiliano Gallo, Maria Pia Calzone, Mariano Rigillo e Renato Carpentieri.

Cenerentola è una ragazzina muta cresciuta nello stomaco di un’enorme nave, la Megaride, ancorata al porto di Napoli. Il padre è morto, ucciso in un complotto. La matrigna – innamorata di un boss che invece presto le preferirà proprio Cenerentola – e le sorellastre la vessano. Degrado, traffico di droga, musica neomelodica, vicoli,  accattonaggio, riciclaggio. Nella nave si aggirano degli ologrammi, registrati da un sofisticato sistema. Come se fossero ricordi, ma anche fantasmi. Quelli di un passato dimenticato. Quelli di un futuro – il suo, ma anche quello della città – in equilibrio precario, tra il degrado del presente e i fasti nobiliari del passato. Nasce tutto proprio a Napoli, nella factory della MAD che già tre anni fa aveva fatto faville proprio con Rak e L’arte della felicità. Alla base di tutto ci sono le voci degli attori. Solo dopo sono arrivate le animazioni. “Di questa società che raccontiamo – spiega Rak – siamo vittime ma anche i responsabili. Ne riconosciamo gli stereotipi ma anche i punti di forza, i difetti e la sua bellezza”.

“Ci siamo divisi il lavoro equamente – spiegano gli altri registi – a volte anche azzuffandoci. Noi quattro siamo quelli con maggiore esperienza, quindi ci siamo presi un po’ più di responsabilità in più, ma al film hanno collaborato ben quindici persone tra disegnatori, animatori e altre competenze, che lo hanno reso esteticamente interessante. Abbiamo usato pochissimo la motion capture. Solo per i pre-vids e per capire i movimenti dei personaggi, il resto è tutta animazione fotogramma per fotogramma. Abbiamo usato un programma open source che si chiama Blend, implementando anche alcune funzioni. E’ un software libero ma di grande utilità. Abbiamo invece usato il 3D che ci ha permesso di spostare i personaggi e le inquadrature come su un set, ma la resa finale, a occhio, è assolutamente pittorica”. Maria Pia Calzone, interprete della Matrigna, ha detto: “quando mi hanno chiamata per un film animato mi aspettavo ci fossero già le immagini, invece ho recitato come saltando nel vuoto. Mi sono calata nella parte, mi vestivo come la Matrigna, tubino e tacchi alti. Perché la voce cambia, se sei su tacchi alti o se sei su pianelle”.

“Si potrebbe dire – aggiunge Alessandro Gassmann – che noi abbiamo fatto la ‘emotion capture’. Anche io avevo esperienza di doppiaggio, ma in relazione a cartoon stranieri e dunque già realizzati. Essere parte di questo progetto italiano è invece particolarmente importante. Gli animatori hanno dato corpo ai personaggi, noi abbiamo pensato all’anima”.

Il film, che uscirà in sala il 14 settembre, sarà distribuito su territorio nazionale in 85 copie, di cui 35 dedicate alla Campania, per la sua particolare identità, è costato – secondo le parole del produttore Luciano Stella, che divide il ruolo con la Sky dancer di Carolina Terzi – un milione e duecentomila euro, a fronte dei 7 di Pinocchio di D’Alo e dei cinquanta de Il piccolo principe. In sala sarà preceduto dal corto Simposio suino in re minore di Francesco Filippini, nella cinquina dei David di Donatello.

Andrea Guglielmino
05 Settembre 2017

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