Il 20 ottobre alle 19,30 l’Accademia d‘Ungheria di Roma (Palazzo Falconieri – Via Giulia, 1) inaugura la mostra fotografica “Medea”.
Divisa in due sezioni, la mostra propone una doppia lettura del mito della maga della Colchide: in “Sprofondare nel mito” sono esposte le fotografie di scena di Mario Tursi della collezione privata di Giuseppe Garrera, che ritraggono Pier Paolo Pasolini e Maria Callas sul set e nelle pause di Medea (1969), il film che ha consacrato l’amicizia del regista con la cantante lirica greca fino alla loro morte.
Le foto di Tursi, richieste appositamente da Pasolini, catturano gli aspetti tragici del volto e delle movenze di Maria Callas, scelta dal regista per la coincidenza della sua parabola esistenziale con quella dell’eroina mitologica, passata da essere regina (del canto) a donna fragile e vulnerabile, dopo l’improvvisa separazione da Onassis (da poco sposato con Jacqueline Kennedy).
In “Reinterpretare il mito”, invece, le fotografe ungheresi Lucia Gőbölyös e Eszter Herczeg reinterpretano il mito di Medea in chiave contemporanea, ponendo l’accento, tramite video e installazioni, sul ruolo femminile in famiglia, attraverso il binomio presenza/assenza del corpo.
La mostra è a cura di Giuseppe Garrera, Sebastiano Triulzi, Tamás Torma e István Puskás.
Da aprile al Lingotto di Torino, un progetto in collaborazione con Museo Nazionale del Cinema di Torino e Film Commission Torino Piemonte: tra le vetture esposte, la Bianchina di Fantozzi e la Mercedes 204 D di In viaggio con papà con Sordi e Verdone
"Orgogliosa di poter annunciare l’omaggio che l’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles ha deciso di rendere alla memoria di una tra le dive italiane più amate nel mondo dal prossimo 28 marzo e fino al 5 gennaio 2025" ha dichiarato il Sottosegretario
Mimmo Calopresti e Andrea Occhipinti presentano il capolavoro di Elio Petri che nel 1971 vinse la statuetta per il Miglior Film Internazionale, nella terza serata della Mostra-Evento in corso fino al 24 marzo al WeGil
I lenzuoli dipinti, firmati da Chiara Rapaccini - in arte RAP - sono stati realizzati a partire da fotografie provenienti dall’archivio privato di Monicelli, tra immagini di alcuni grandi attori del nostro cinema e istantanee di vita privata