Lady Oscar al Festival Filmmaker

L'8 dicembre in programma il film di Monica Stambrini sulla "trasferta" hollywoodiana di Antonella Cannarozzi, candidata all'Oscar nel 2011 per i costumi di Io sono l'amore di Luca Guadagnino


Domani, 8 dicembre, in prima assoluta al Festival Filmmaker di Milano – in programma fino al 10 dicembre presso lo Spazio Oberdan, l’Arcobaleno Film Center e Casa del Pane – è programmato Lady Oscar, il film di Monica Stambrini sulla “trasferta” hollywoodiana di Antonella Cannarozzi, candidata all’Oscar nel 2011 per i costumi di Io sono l’amore di Luca Guadagnino. I party scintillanti e quelli più “strapaesani”, lo shopping nelle boutique di Rodreo Drive come Pretty Woman e gli sciacquoni guasti dei motel di Los Angeles, lo “speech” di ringraziamento da preparare e le prove per impugnare bene la statuetta: per i “nominee” la settimana che precede gli Academy Awards è tutto questo, e molto altro ancora.
Ma cosa succede se a vivere questi rituali c’è una vera e propria “Alice nel paese delle meraviglie” catapultata a Los Angeles senza parlare una parola di inglese? Lady Oscar è il racconto dietro le quinte, irriverente e divertito, della settimana hollywoodiana di Antonella Cannarozzi. L’Oscar quell’anno le fu “soffiato” da Colleen Atwood, guarda caso proprio per Alice in Wonderland.

Alle prese con un momento di stallo per la difficoltà di trovare i finanziamenti per un nuovo film, la regista Stambrini si offre di accompagnarla, in veste di autista e interprete: con sé porta la sua nuova videocamera, e decide di documentare il dietro le quinte della settimana più glamour che un professionista del cinema possa vivere.
Il risultato è un ritratto intimo di una donna catapultata in un mondo che non è il suo: è persa, non parla la lingua, fuma dove non è permesso, non capisce quando la intervistano, prova continuamente un improbabile discorso di ringraziamento, non è a suo agio, ma rimane sempre se stessa, lucida nel capire quello che si trova davanti e quello che ha alle spalle. È una delle protagoniste del cinema italiano ma rimane una “provinciale” che rivendica il suo diritto ad essere “spettatrice”.

ssr
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