Marine Vacth, scandalosa per Ozon

Ventisei anni, ex modella, donna di grande fascino, Marine Vacth è la protagonista del thriller torbido di Francois Ozon Doppio amore, in sala con Academy Two dal 19 aprile


Ventisei anni, ex modella, donna di grande fascino, Marine Vacth è la protagonista del thriller torbido di Francois Ozon Doppio amore, in sala con Academy Two dal 19 aprile, che è stato uno degli scandali del concorso di Cannes 2017 per le scene erotiche e trasgressive. Interpreta Chloè, che finisce per innamorarsi del suo premuroso e affascinante analista Paul (Jeremie Rénier) con il quale va a vivere insieme. Salvo scoprire che ha un fratello gemello, anche lui psicoanalista, ma di carattere opposto.

“Ho adorato la sceneggiatura e il fatto che arrivasse da Ozon. Non so se avrei accettato se mi fosse arrivata da un altro regista. Avevo già lavorato con Francois (in Giovane e bella, 2013) e so quanta cura e quanto lavoro fa sugli attori, mettendoli con delicatezza a loro agio”, dice l’attrice a Roma per i Rendez Vous sul nuovo cinema francese.

La prima scena è una visita ginecologica di Chloè che Ozon filma con una telecamera nella vagina. “Ho pensato alle possibilità che mi offriva interpretare Chloè, un’esplorazione dell’ignoto, del diverso da me. E’ così che concepisco il mio lavoro”.

Ormai tra le giovani attrici più richieste di Francia, Marine difende con forza la sua privacy: “La mia vita privata è protetta, finora sono riuscita a mettere una giusta distanza rispetto alla notorietà che ho acquisito negli ultimi anni. Non mi preoccupa, anzi mi fa piacere essere famosa, non ho la fobia che hanno altri colleghi di nascondersi, ma certo ancora riesco a fare la spesa senza troppi problemi e a vivere la mia vita, per ora, poi chissà”.

Sul tema del #MeToo e sullo scandalo delle violenze sessuali nel cinema sull’onda del caso Weinstein ha fatto scalpore e sollevato discussioni la lettera di Catherine Deneuve che su Le Monde aveva scritto ‘lasciamo agli uomini la libertà di importunarci’: “E’ stata confusa e maldestra – commenta lei – e ha avuto l’effetto di prestarsi a interpretazioni antitetiche alle intenzioni del suo messaggio. Il suo è stato comunque un punto di vista altro su un tema che è complesso, al di là del fatto che denunciare le molestie mette tutti d’accordo ed è bene che cambino le cose ovviamente. Personalmente poi, prendo le distanze dai social perché in quell’ambito spesso si fa giustizia sommaria”.

Leggi l’articolo di Cinecittà News dal Festival di Cannes

Cr. P.
05 Aprile 2018

Rendez-Vous 2018

Rendez-Vous 2018

Cantet: “Pensiero e scrittura, antidoti all’estremismo”

"La noia e la mancanza di prospettive aprono la porta alla violenza, sono il terreno più fertile per l'estremismo", lo dice il regista francese Laurent Cantet nel presentare L'atelier, il suo nuovo film passato al Certain Regard del Festival di Cannes e dal 7 giugno al cinema. Protagonisti un gruppo di ragazzi che partecipano a un laboratorio di scrittura a La Ciotat e si confrontano sul passato, sul presente e su un futuro senza prospettive

Rendez-Vous 2018

Alba Rohrwacher tra i fantasmi di Desplechin

Insieme a Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard, è tra le interpreti femminili dell'ultimo film dell'acclamato regista francese, I fantasmi d’Ismael, che ha inaugurato lo scorso festival di Cannes e che arriva nelle sale italiane dal 25 aprile. “Alba è stata meravigliosa”, ha sottolineato il regista rivelando di voler continuare a lavorare con lei anche in futuro

Rendez-Vous 2018

Wajib, com’è difficile il dialogo in Palestina (anche tra padre e figlio)

Arriva in sala dal 19 aprile con Satine Film, Wajib Invito al matrimonio di Annemarie Jacir, un road movie urbano in cui un padre e un figlio (Mohammad e Saleh Bakri) su posizioni opposte si confrontano e cercano di capirsi. "L'ho ambientato a Nazareth - spiega la regista - dove i palestinesi sono cittadini di serie B"

Rendez-Vous 2018

Bruno Dumont: “Cerco il sacro nell’ordinario, come Rossellini e Pasolini”

Un musical pop-rock-metal per raccontare la nascita di un mito ovvero l'infanzia di Giovanna d’Arco, eroina molto amata dal cinema, che il poliedrico e provocatorio Bruno Dumont sceglie di immortalare nella fase germinale della sua vocazione con Jeannette. E lo fa attraverso la pagina di Charles Péguy, ma aggiornata al presente con le composizioni di Igorr e le coreografie di Philippe Decouflé. L'abbiamo intervistato


Ultimi aggiornamenti