Pasticcio nelle graduatorie: i 100autori protestano

L'Associazione chiede con forza un chiarimento al Ministro Bonisoli e alla DGCinema, invitandoli a un ripensamento delle regole che istituiscono il lavoro della commissione


100autori legge la rettifica del Mibac in relazione alla ripubblicazione della graduatoria completa dei progetti di scrittura sceneggiature presentati alla seconda sessione del bando selettivi 2017, che per un “mero errore materiale” nell’elenco riportava scorrettamente i punteggi assegnati ai progetti non finanziati, mentre l’esito complessivo della valutazione non ha subito modifiche.

100autori – che agisce a tutela dei suoi soci e di tutto il mondo autoriale e che in queste settimane ha raccolto le tante segnalazioni pervenute – aveva immediatamente denunciato il pasticcio della graduatoria che vedeva i progetti non selezionati inseriti in tabella in ordine alfabetico per titolo del progetto e contestava la mancata corrispondenza con i punteggi, che con ogni evidenza parevano assegnati secondo un ordine alfabetico e non secondo una valutazione nel merito. Sorprendeva, infatti, che i progetti con il titolo più vicino alla lettera A avessero cumulato più punti di quelli a seguire. Inoltre, non vengono segnalati, per i non vincitori, i punti inerenti ai criteri B e C.

L’Associazione si era battuta per ottenere che nella nuova Legge Cinema si prevedesse l’assegnazione diretta agli autori, senza l’intermediazione di imprese di produzione, dei contributi selettivi alla scrittura sulla base delle valutazioni di una commissione di esperti di comprovata qualifica professionale nel settore nonché di fama internazionale. Il problema è sorto quando si è compreso che, secondo il testo di legge, i commissari avrebbero dovuto gestire in cinque un lavoro enorme senza che venisse previsto compenso alcuno (e difatti due dei cinque faticosamente designati hanno già abbandonato il ruolo, senza essere sostituiti: segno evidente delle difficoltà di questa mansione).

L’Associazione ha sempre stigmatizzato la decisione della gratuità del lavoro dei membri della commissione e sottolineato che l’assoluta mancanza di un compenso – unita al ristretto numero dei membri designati per legge – esponesse i commissari a molti rischi, dovuti all’ingente quantità di lavoro e danaro gestito. E inoltre rischiava di limitare fortemente le possibilità che alla commissione stessa partecipassero professionisti in attività . 

Proprio per limitare le storture causate da questo delicato aspetto della legge, 100autori si è poi battuta affinché i commissari potessero almeno avvalersi della collaborazione di un gruppo più ampio di esperti del settore – come avviene in altri paesi –  e che attraverso un apposito regolamento, venissero stabilite modalità di funzionamento della commissione, secondo norme chiare, trasparenti e condivise.

Leggere oggi un messaggio neutro di “scuse per un mero errore materiale che non modifica l’esito” equivale a dire agli autori che questi errori sono “veniali” e che possono essere sistemati con poche e generiche righe.  Ma quale autore si potrà sentire garantito, in futuro, da altri “meri errori”, se poi basta una comunicazione come questa, senza un’assunzione di responsabilità piena, per chiudere la questione?

100autori chiede con forza un chiarimento al Ministro Bonisoli e alla DGCinema, invitandoli a un ripensamento delle regole che istituiscono il lavoro della commissione. Ma vuole anche assicurarsi che il necessario intervento non comporti un nuovo stallo del sistema dei finanziamenti, che, come sappiamo, è stato fermo per troppo tempo bloccando il comparto. Il cambiamento deve avvenire in tempi rapidi e con le dovute garanzie.

100autori chiede venga stilato e pubblicato sul sito della DGCinema un protocollo d’azione, scelte e regole che siano chiare e trasparenti; fissare da subito le regole sulla gestione di possibili conflitti di interessi e verificare, rivelare e denunciare le situazioni di conflitto; Stilare e mettere a disposizione degli autori che ne faranno richiesta, le motivazioni che hanno portato ad accogliere o respingere il finanziamento del progetto; Rispettare le scadenze sulle valutazioni e dare certezza sui tempi di analisi dei progetti. E ovviamente riformare le commissioni e prevedere un giusto compenso economico per i commissari, allargando il numero dei membri e accorciando la durata del mandato, in modo da coinvolgere davvero professionisti del settore, che garantiscano autorevolezza e competenza nel giudizio del lavoro dei colleghi.

Prontamente, ha fatto seguito il commento dell’ANAC. Così si legge in una nota: “L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici nel leggere il comunicato dei 100 autori esprime soddisfazione nell’apprendere che sulla necessità di ripensare le modalità operative e la composizione delle commissioni degli esperti e dei sub-esperti che decidono l’assegnazione dei sostegni selettivi, si sia giunti finalmente alle stesse valutazioni a suo tempo formulate dall’Anac. Per quanto riguarda la graduatoria dei sostegni alla sceneggiatura, riteniamo che ci sia stata un’eccessiva stigmatizzazione dell’errore avvenuto; piuttosto andrebbe fatta un’analisi più approfondita sulla carenza di personale della DG Cinema sottoposta ad un lavoro improbo. La nuova legge ha infatti accresciuto esponenzialmente le competenze e i compiti a carico dell’amministrazione, senza un coerente adeguamento del personale. Fin dai primi passi della riforma, l’Anac aveva chiesto la creazione del Centro Nazionale del Cinema e dell’Audiovisivo che con maggior facilità avrebbe potuto far fronte anche alle esigenze di organico. In tal senso l’Anac rilancia la sua proposta di trasformazione della DG Cinema in un organismo autonomo, che possa garantire efficienza e rapidità nello svolgimento della rilevante mole di lavoro ad esso attribuito, sul modello del CNC francese”.

Cr. P.
22 Novembre 2018

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