Spielberg contro il razzismo: la fondazione rinnovata e il ritorno di Schindler’s List

Nuove tecnologie consentono adesso ai visitatori di "conversare" con 16 sopravvissuti a genocidi sulla base di specifici schemi verbali"


Convinto che nel mondo e nell’America “la presenza dell’odio oggi sia data per scontata” e che “non si faccia abbastanza per contrastarla”, Steven Spielberg riporta nelle sale Schindler’s List e ridisegna la missione della sua Shoha Foundation creata nel 1994 per raccontare i genocidi della storia mondiale recente.

Il regista ha allargato gli spazi della Fondazione presso la University of Southern California. Nuove tecnologie consentono adesso ai visitatori di “conversare” con 16 sopravvissuti a genocidi sulla base di specifici schemi verbali e una lista programmata di duemila domande. Lo scorso 7 dicembre la testimonianza di uno di loro, l’ebreo polacco Pinchas Gutter, è stata presentata alle Nazioni Unite nel quadro delle manifestazioni organizzate per il 70/o anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo.

“L’Olocausto non è stato l’unico – ha detto al ‘New York Times’ il regista che da bambino ha imparato a contare sul numero tatuato sul braccio di un sopravvissuto a Auschwitz a cui la nonna insegnava l’inglese – Abbiamo mandato videografi in Ruanda, Cambogia, Armenia. Stiamo studiando il Centrafrica, il Guatemala, il Massacro di Nanchino. Ci stiamo occupando della violenza contro i Rohingya nel Myanmar e il ritorno dell’antisemitismo in Europa. Allarghiamo il nostro obiettivo per contrastare i molti volti dell’odio”.

Ang
19 Dicembre 2018

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