Sncci e Anac contro la chiusura del Csc Abruzzo

I critici e gli autori intervengono a sostegno della scuola de L'Aquila, specializzata nel reportage audiovisivo


“Un paese che non investe sulla formazione cancella il proprio futuro. Il SNCCI reputa un danno gravissimo la chiusura della sede de L’Aquila del Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), una scuola di eccellenza, unica nel suo genere, dedicata al reportage audiovisivo. In questi anni la scuola ha diplomato decine di ragazzi, che non hanno avuto difficoltà a intraprendere una carriera professionale, proprio per la qualità della loro preparazione. Ciò nonostante la scuola appare condannata a sparire perché la Regione Abruzzo non ha rinnovato i fondi previsti nella convenzione scaduta nel 2016. Una scelta inspiegabile soprattutto perché penalizza e cancella un’istituzione che ha sede a L’Aquila, una città faticosamente impegnata a reagire alla tragedia del terremoto. Non c’è dubbio che la presenza del CSC sia un’opportunità per un concreto rilancio, culturale, sociale e civile. Il SNCCI auspica che nel bilancio regionale, che dovrebbe essere approvato il prossimo 27 dicembre,  si individuino le risorse necessarie, 250 mila euro, per evitare un ulteriore, colpevole disastro”. Questo il testo del comunicato stampa firmato da Franco Montini, presidente SNCCI. 

Sul caso interviene anche l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici ANAC che si appella all’intera giunta affinché nella seduta del Consiglio Regionale del 27 dicembre “siano inseriti e approvati i fondi necessari per poter continuare i corsi di questa specifica specializzazione dell’audiovisivo. Il reportage audiovisivo, che comprende anche la radiofonia, è il ramo che offre maggiori sbocchi professionali ai giovani nel settore e la Scuola dell’Aquila, unica in Italia per l’insegnamento di questa materia, ha consentito ai suoi laureati di entrare immediatamente nel mondo del lavoro. Cancellare il sostegno a un’eccellenza storica della formazione audiovisiva rappresenterebbe un segnale fortemente negativo sia nei confronti dei tanti giovani che guardano al futuro, sia nei confronti di quella comunità internazionale che ha aiutato l’Abruzzo nella sua ricostruzione all’indomani del terremoto. Di conseguenza, un’intera classe politica darebbe di sé l’immagine di essere incapace di compiere scelte coerenti e coraggiose per offrire  prospettive e speranza alle nuove generazioni. Alla luce di tutto ciò, l’ANAC confida in un ripensamento e nella revoca di una decisione davvero deleteria”.

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Cr. P.
24 Dicembre 2018

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