Mancino, Pisacane e Paternò a Fare critica

Si è chiusa sabato 23 febbraio la prima edizione di Fare Critica, il festival di Lamezia Terme dedicato alla critica teatrale e cinematografica


Si è chiusa sabato 23 febbraio la prima edizione di Fare Critica, il festival dedicato alla critica teatrale e cinematografica, diretto da Gianlorenzo Franzì. A proseguire il dibattito sul ruolo culturale della critica cinematografica sono state due generazioni di critici a confronto: il giovane Gian Luca Pisacane (La Rivista del Cinematografo, Famiglia Cristiana, Il Giorno) e due veterani come Anton Giulio Mancino (saggista, docente di Cinema all’Università di Macerata e critico cinematografico per diverse testate, tra cui Bianco e Nero, Film TV, Quaderni del CSCI e Cinecritica) e Cristiana Paternò (8 1/2 e Cinecittà News).

Pisacane, con il suo intervento “I dolori del giovane critico”, ha cercato di mettere in luce le enormi difficoltà che un giovane professionista si trova ad affrontare per svolgere questo lavoro. “Diventare critico di professione, per un giovane, è come scalare una montagna”, ha esordito Pisacane, facendo riferimento al fatto che ormai gli studi di provenienza (umanistici o giornalistici) non sono più così determinanti come in passato. C’è ancora il margine necessario ad invertire la rotta. Ma “per consolidare un cambiamento, è necessaria una collaborazione tra chi è davvero maestro della critica e chi si affaccia a questo mestiere”. Bisogna unire le forze, insomma. Non solo tra critici e artisti, come giustamente sottolineato da Cristiana Paternò nei giorni precedenti, ma anche tra critici stessi. “D’altronde – ha continuato Pisacane – proprio recentemente un gigante del cinema come Steven Spielberg, con il suo The Post, ci ha ricordato la forza del giornalismo vero. Ma Internet ha invaso ogni settore. Non si tratta più solo di web journalism e social media, ma anche di piattaforme streaming come Netflix. Oggi si può fare un film semplicemente con un telefono, in tal senso basta fare un nome su tutti: Steven Soderbergh. Molti ragazzi, poi, diventano registi di successo planetario girando corti e mettendoli sul web”. Ma il tutto ha anche dei risvolti culturali estremamente positivi perché questo implica anche una possibilità maggiore di accostarsi alla settima arte. Le statistiche, infatti, ci dicono che i Millenials amano molto il cinema. Ma se il cinema è vivo, allora anche la critica deve esserlo perché è essa stessa “analisi e comprensione dell’evoluzione dei tempi”.

Ci sono “delle metodologie da rispettare, per fare in modo che la critica cinematografica sia in grado di produrre ancora qualcosa di buono nell’era di internet”, ha esordito Anton Giulio Mancino. Con il suo intervento “L’auto-critica cinematografica”, infatti, ha cercato di esortare ad un impiego della professione che non sia viziata da gusti estetici ed ideologie personali. Lui stesso, infatti, ha ricordato come molti giudizi negativi che aveva espresso in passato nei confronti di alcuni film, a distanza di molti anni gli siano sembrati “invecchiati”. Delle volte, accade di “accanirsi contro un film”. Un errore che è possibile evitare “limitandosi ad argomentare quando si scrive di cinema, senza esprimere delle emozioni, che non sono nemmeno così interessanti”. Il compito del critico è quello di “rivelare in qualche modo all’autore delle ‘piste’ nuove sulla sua opera e, su questa base, lo spettatore valuterà poi a sua volta ed autonomamente”. Per assolvere alla funzione di mediazione di un’opera, un film “deve essere compreso per quello che è e non per ciò che il critico vorrebbe che fosse”. La critica cinematografica, quindi, “è prima di tutto responsabilità”.

Estinzione della critica o estinzione della coscienza critica? A queste domande ha cercato di rispondere Cristiana Paternò, vicedirettrice del bimestrale e del quotidiano online Cinecittà News (editi da Luce Cinecittà). La giornalista ha cercato di riaffermare il ruolo cruciale della critica nella nostra società. Partendo da alcune citazioni tra il serio e il faceto a testimonianza di una svalutazione endemica della figura del critico (anche letterario) da parte degli artisti, l’intervento si è concentrato sulla crisi che vive questa professione nell’era del “giornalismo dal basso” (soprattutto a partire dagli anni Duemila). Una crisi di identità del critico, di metodo e anche di professionalità, perché per molti ormai questa attività è diventata amatoriale. “La crisi della figura del critico corrisponde, però, alla crisi della cultura tout court (pensiamo alla chiusura delle sale, alla crisi del cinema d’autore, ecc.). Dunque questa figura resta fondamentale per la società, per orientare meglio anche dal punto di vista politico. Non credo che la critica sia estinta, anche se sta vivendo radicali mutazioni”, ha sintetizzato Cristiana Paternò. “Internet e i social network possono essere considerati uno spazio florido di discussioni per opere che spesso non trovano il giusto spazio sulle testate cartacee. Per riaffermare la centralità di questa professione, Paternò ha posto degli interrogativi su cui riflettere a proposito del ruolo determinante dei giudizi critici per scoprire nuovi autori e storicizzare tendenze e fenomeni in atto, individuando elementi in comune o apparentando certi autori e movimenti che altrimenti sarebbero percepiti come isolati o casuali. Ma, soprattutto, Paternò ha insistito sull’aspetto formativo, parlando della critica cinematografica anche come “materia scolastica, intesa come educazione all’audiovisivo”, che contribuisce in modo sostanziale alla formazione del gusto dello spettatore. Insomma, “il cinema ha bisogno della critica ed è auspicabile creare e rafforzare un fronte comune tra critici e autori, nonostante le storiche diffidenze degli artisti nei confronti di chi si occupa della mediazione tra l’opera e la sua fruizione”. 

redazione
25 Febbraio 2019

Fare critica

Fare critica

Tarkovskij jr. girerà un film di finzione

"Sto lavorando a un film di finzione sulla spiritualità''. Lo ha dichiarato Andrej A. Tarkovskij durante l'incontro con il pubblico di Fare Critica a Lametia Terme

Fare critica

Premio Sipario a Silvano Agosti

Il Premio SIPARIO per la creatività è stato assegnato a Silvano Agosti. Il Premio Fare Critica Festival al Critico di Cinema è stato consegnato ad Antonio Ferraro. Il Premio del Pubblico, invece, è stato assegnato a Giovanna Villella, la critica più letta sul portale web dei Sipario.

Fare critica

Veronesi e Stivaletti, amore e odio per la critica

I due registi hanno incontrato il pubblico a Lamezia Terme, nell'ambito della prima edizione del festival Fare Critica. E Veronesi ha confessato: "I critici non hanno capito il mio film Per amore, solo per amore, era la storia laica di Giuseppe e Maria"

Fare critica

Impacciatore e Luchetti a Fare critica

Il festival di Lamezia Terme ha ospitato un incontro con l'attrice, celebre, tra le altre cose, per la sua collaborazione con Gabriele Muccino, e con il regista che ha in uscita il nuovo film Momenti di trascurabile felicità con protagonisti Pif e Thony


Ultimi aggiornamenti