Louis Garrel: “l’homme fidèle c’est moi”

Arriva l’11 aprile al cinema distribuito da Europictures L’Uomo Fedele, opera seconda di Louis Garrel, con il regista/attore amorosamente conteso tra Laetitia Casta (sua compagna anche nella vita) e Lily-Rose Depp, emergente attrice figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis. Già in competizione a San Sebastian, il film decide di non darsi un tono preciso, spaziando dalla commedia al thrilling al sentimentale, con una sceneggiatura solida di Jean-Claude Carrière (Il fascino discreto della borghesia, Cyrano de Bergerac) a fare da sostegno.

Marianne e Abel si amano e vivono insieme, ma un bel giorno all’improvviso lei lascia lui perché aspetta un figlio da Paul, il miglior amico di Abel. Non ci sono urla o scenate, semplicemente Abel fa i bagagli e se ne va. “Sono sempre stato circondato da donne forti – spiega oggi a Roma il regista – perciò sono abituato a lasciar fare alle donne. Amo lasciarmi guidare, volevo rendere il senso di una virilità sfumata. Molti uomini che hanno visto il film mi hanno detto che non si identificavano troppo in Abel, invece per me è abbastanza normale normale”.

“Non decidere è alla fine un modo per mantenere il potere – controbatte sua moglie Casta – dal canto mio io mi ispiro ad Anna Magnani, Romy Schneider e Gena Rowland. Non mi piacciono i film d’amore troppo commerciali, amo quelli che lasciano vedere la complessità della vita, dove le donne possono fare il ruolo dell’uomo e un bambino prendere il potere all’improvviso, come capita in questo film qui”. Si riferisce al personaggio di Joseph Engel, che interpreta il figlio di Marianne, le cui ambigue affermazioni e rapide amicizie causano costernazione a tutti quelli che lo circondano. Interrogata su com’è lasciarsi dirigere dal proprio compagno risponde: “Dovreste chiedere a lui com’è stato lavorare con me. Comunque naturalmente una bella esperienza. Strana. Sul set diventa un’altra persona”.

“E’ un film di sentimenti, ma non sentimentale – spiega ancora Garrel – con Carrière è stato un contrasto continuo, lui è un narratore asciutto mentre io amo i sentimenti. Ci ritrovavamo nella passione per l’umorismo e Woody Allen. C’è anche tanto Truffaut e i ricordi del cinema della mia infanzia, ma non volevo fare un film classificabile in un genere. Mi ha ispirato anche Le relazioni pericolose. Penso che gli americani sappiano fare film violenti perché conoscono Shakespeare, mentre i francesi conoscono bene il genere sentimentale perché hanno avuto Mirabeau e Racine”.

Garrel si sofferma anche sul suo rapporto con l’Italia: “Quando vengo qui mi trattano sempre come un principe, quindi se sono io l’uomo fedele sono fedele anche ai rapporti tra Italia e Francia”.

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