Margherita Ferri: un nuovo film LGBT sul mondo del calcio

La regista presente al Festival del cinema europeo: “S’intitola L’uomo della domenica la mia opera seconda che già stavo sviluppando in contemporanea con il mio esordio Zen sul ghiaccio sottile"


LECCE. “S’intitola L’uomo della domenica, la mia opera seconda che già stavo sviluppando in contemporanea con il mio esordio Zen sul ghiaccio sottile. Sarà prodotta da Videa e ambientata nel mondo del calcio maschile. Sarà un film tutto al maschile, sono contenta di questa sfida, di questo mio sguardo sulla mascolinità e sulla sessualità”. Così la regista Margherita Ferri, presente al Festival del cinema europeo nella terna finalista del Premio Mario Verdone, parla a CinecittàNews del suo nuovo progetto.

L’esordio l’aveva scritto da sola, questa volta la sceneggiatura è frutto della collaborazione di Lorenzo Rossi Espagnè, e L’uomo della domenica prevede un cast di soli volti noti nei ruoli di personaggi giovani adulti, a differenza di Zen sul ghiaccio sottile interpretato da adolescenti attrici non professioniste, tranne Fabrizia Sacchi nel ruolo della madre. “Verrà girato a Roma e in parte nella mia terra, l’Emilia Romagna. Come anche in Zen sul ghiaccio sottile per me il paesaggio racconta tanto, è parte della storia e questa è una storia di pianura, mentre la precedente era una storia di Appennini. La pianura con la nebbia, i grandi spazi bianchi sono fondamentali per questo nuovo racconto”

Per la regista è incoraggiante aver preso un finanziamento pubblico, richiesto lo scorso novembre, per un film con tematiche LGBT, e un grazie va a commissioni indipendenti che non si fanno condizionare dal clima politico del Paese. “Rispetto a film con queste tematiche il nostro Paese è parecchio indietro, alcuni titoli italiani hanno tratto più l’argomento dell’orientamento sessuale – dice Margherita Ferri – Ho letto una statistica relativa ai film finanziati dal MiBAC dal 2005 al 2015, solo il 5 per cento hanno personaggi LGBT”.

Tra le opere straniere che hanno affrontato in modo profondo la tematica LGBT, la regista cita la francese Céline Sciamma con Tomboy e Bande de filles, lo svedese Lukas Moodysson che ha diretto Fucking Åmål e poi il regista indipendente americano Gus Van Sant “che ha ispirato tutto il mio mondo cinematografico. Sono convinta che ci sia tanto bisogno in Italia di dare la possibilità perché registe/i e registe abbiano sguardi diversi sul mondo, perché il cinema e la tv sono un po’ a senso unico: tanti registi maschi, italiani, comunque bianchi, eterosessuali”.

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