Una serata all’insegna di Mery per sempre, il capolavoro di Marco Risi che ha segnato un’epoca e un’intera generazione, si è tenuta presso l’associazione daSud.
Riuniti per l’occasione negli spazi di ÀP a Cinecittà, nell’ambito della prima edizione di Under – Festival di nuove scritture, gli attori Michele Placido e Tony Sperandeo, il regista Marco Risi, lo sceneggiatore Aurelio Grimaldi e il produttore Claudio Bonivento, che hanno ricordato il lavoro di quegli anni e quel che ha significato per loro, non senza aneddoti e curiosità.
“Non posso dimenticare – ha raccontato Risi – Claudio Amendola, romano, unico attore professionista tra i giovani componenti del cast, che si è dovuto misurare nel giro di poche settimane con lo scoglio del dialetto siciliano. Ad un certo punto fui io stesso ad avvertirlo: ‘O ti cali bene e velocemente nella parte di Pietro, o troviamo subito un attore qui a Palermo che possa sostituirti”. Sorride Risi, aggiungendo che quella di Amendola fu poi “un’interpretazione riuscitissima”.
Nel cast, che ha visto recitare anche ragazzi detenuti o in regime di semilibertà, anche un indimenticabile Michele Placido nel ruolo del maestro Marco Terzi. “La forza di Mery per sempre – ha affermato il noto attore – è tutta nell’idea della storia”. Proprio lui, non ha nascosto al pubblico il desiderio di rimettere in scena la vita di quei ragazzi trent’anni dopo: “Immagino già la prima scena del film… suona il campanello a casa del maestro Marco Terzi, la porta si apre e davanti a lui c’è Mery, ormai adulta”.
Simbolo di una generazione divisa tra mafia e periferia e senza uno sguardo sul futuro, il film è valso al regista, al cast e alla produzione numerosi premi e nomination, dai David ai Nastri d’Argento e ai Golden Sacher. Come ha affermato Sperandeo, “Mery per sempre è una grande poesia e una grande speranza”. “Rivederci qui a trent’anni da un film che ci ha dato e regalato tanto è per noi una forte emozione”, ha commentato Grimaldi. Proprio lui, che ha da poco terminato le riprese del suo nuovo film sull’omicidio di Piersanti Mattarella, ha firmato la sceneggiatura tratta dal libro che raccoglie la sua esperienza di maestro nel carcere minorile Malaspina.
Come ha sottolineato Bonivento, “oggi non c’è più la mitologia e la bellezza di storie come quella raccontata da questo film. L’omaggio di questa serata è un grande premio a tutti noi qui presenti e a tutte le persone che ci hanno lavorato”. “Mery per sempre – ha chiuso il cerchio il presidente di Associazione daSud, Danilo Chirico – trent’anni fa ha riscritto il modo di raccontare il Sud, il carcere, una generazione. L’occasione di rimettere insieme chi ha avuto il merito di lavorarci è il nostro omaggio al film ma anche un nuovo punto di partenza per interpretare il presente, mettere a frutto la creatività e praticare la trasformazione, come del resto vogliono dimostrare Under e ÀP, il progetto contro la dispersione scolastica e il rilancio della periferia che stiamo portando avanti dal 2016 dentro la scuola Enzo Ferrari di Cinecittà”.
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