Nastro della Legalità a ‘Sembra mio figlio’

Nastro della Legalità a Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio che affronta un tema centrale nel dibattito civile sulla violenza, anche privata, che nasce dalla guerra


Nastro della Legalità a Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio che – dopo il premio andato al film di Claudio Bonivento A mano disarmata – affronta un altro tema centrale nel dibattito civile sulla violenza, anche privata, che nasce dalla guerra.

“E’ un’opera – come si legge nella motivazione – che parla con forza, ma anche con grande attenzione all’intimità dei sentimenti più privati, di contrabbando di uomini, di sangue, persecuzioni e schiavitù, accendendo un riflettore su una delle tante tragedie fuori dall’attenzione mediatica di un mondo che fa distinzione perfino sull’orrore della guerra”.

Il premio nato un anno fa per iniziativa dei Giornalisti  Cinematografici insieme a Trame Festival dei libri sulle mafie diretto da Gaetano Savatteri – sottolinea così, ancora una volta, il valore di denuncia di quel ‘cinema civile’ che ha ritrovato nell’attenzione al sociale e alla denuncia una nuova stagione di vivacità in un’annata che non ha dimenticato titoli che esaltano il valore di condanna e resistenza contro ogni mafia e ogni persecuzione. Nel passaggio dal cinema del reale al racconto di fiction, Costanza Quatriglio racconta la paura negli occhi di vittime innocenti in un film che suscita sdegno e impone una riflessione su un traffico illegale e che fa vivere come un atto di illegalità il diritto all’asilo alla ricerca di  una  nuova vita.

Laura Delli Colli, presidente Sngci, a nome del direttivo dichiara: “E’ nel segno di una ‘militanza’ attiva sui temi della società che il Sngci segnala, attraverso il cinema nella sua migliore tradizione di impegno civile, storie o ‘casi’ che quotidianamente segnano il nostro lavoro nella cronaca. Un premio che ci ricorda che il cinema non vive solo di leggerezza, di red carpet e riflettori sullo star system ma, come insegna la lezione dei maestri di sempre, e come dimostra la verità di tanti piccoli film spesso indipendenti o in controtendenza, rende il cinema specchio della società e insieme strumento di denuncia sociale e di crescita civile. Proprio come dev’essere il lavoro di un buon cronista”. Aggiunge, da parte sua, Gaetano Savatteri: “Il Nastro della legalità ancora una volta premia opere importanti per la vita civile di questo nostro Paese. Film particolarmente significativi per l’impegno e le ragioni che li motivano, ma soprattutto per far conoscere la realtà italiana e per sviluppare una nuova e maggiore sensibilità in una stagione in cui sembrano prevalere l’egoismo e l’indifferenza”. 

Cristiana Paternò
13 Giugno 2019

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