Aprà, fuorinorma da sempre

Disponibile on demand il volume di Adriano Aprà dedicato a Fuorinorma. Intanto un documentario in due parti, diretto da Pasquale Misuraca, ne racconta la vicenda professionale e umana


Con un volume fresco di stampa e un documentario biografico in due parti realizzato da Pasquale Misuraca, il critico Adriano Aprà è al centro dell’attenzione e l’ha dimostrato alla Mostra di Pesaro, un festival a cui la sua vicenda professionale e umana è molto legata, e dove è stato anche protagonista di una polemica sul cinema di genere che l’ha contrapposto a Marco Giusti. Ma Pesaro è stata anche l’occasione per presentare il volume Fuorinorma. La via neosperimentale del cinema italiano, realizzato e distribuito online da edizioni Artdigiland, che sarà presentato anche a Roma il 4 luglio all’Apollo 11. Il corposo libro è il coronamento delle due edizioni (2017 e 2018) di quello che lui stesso chiama “festival espanso”: un’esposizione itinerante di cinema italiano indipendente e d’avanguardia degli ultimi 13/14 anni, di lungo, medio e cortometraggio. Film e opere agli antipodi rispetto all’industria e alla produzione media, da Aprà fortemente avversata. Film-prototipo, innovativi, spesso antiinarrativi, che raramente sono arrivati nelle sale tradizionali ma che, favoriti dal digitale, hanno circolato in forme e modi diversi: sale indipendenti, compresi i musei, web, DVD e BD. Il volume consta di un lungo saggio introduttivo del curatore, 81 schede analitiche di lunghi e mediometraggi, con note di regia, 27 schede sui cortometraggi. In totale 520 pagine di forte impatto iconografico, con foto-ritratto delle autrici e degli autori, foto di set e fotogrammi delle opere.

“Nel 2013 – racconta Aprà – la Mostra di Pesaro mi propose di fare una sezione di cinema italiano mai visto o poco visto. Ho scandagliato il web alla ricerca di film realizzati da autori italiani degni di essere presentati e ne sono uscito con un bouquet sorprendente: 42 titoli in vari formati. Questi film avevano in comune due caratteristiche: non erano distribuiti in sale commerciali o molto poco ed erano tutti stilisticamente fuori norma. Quindi ho formato un’associazione culturale con lo scopo di far vedere questi titoli ignorati anche dalla critica cinematografica”.

Il festival espanso non ha avuto alcun sostegno, ma l’aiuto e la collaborazione di autori, produttori indipendenti e sale non commerciali. Secondo Aprà “la crisi economica, è stata un bene, perché ha reso cosciente una nuova generazione che non poteva più contare sull’aiuto di mamma e papà, ma doveva inventare il futuro, un nuovo modo di esprimersi. L’industria sta morendo, perché produce cento film di finzione e cento documentari destinati agli schermi, mentre le sale chiudono o il pubblico decresce. E’ un suicidio programmato che l’industria stessa combatte con i tappeti rossi, con i media che fanno pubblicità ai cinema di genere, con i premi”.

I cineasti di Fuorinorma non sono necessariamente giovani, si va da Piavoli nato del ’33 a Cappiello del 1992, ma appartengono alla generazione link, perché basta mettersi in contatto con loro per ottenere il link del film.  

Silvia Tarquini di Artdigiland spiega: “Il mio progetto editoriale rientra nella trasformazione della nostra società, con la prevalenza dell’on demand. Le copie del libro vengono stampate solo quando qualcuno le compra. Il mio progetto non potrebbe esistere senza Amazon che stampa e spedisce a chi ha comprato. Ma il libro, anche dal punto di vista iconografico, è di altissima qualità”.

Giacomo Ravesi di Apollo 11, una delle sedi di Fuorinorma, commenta: “Per me era naturale proiettare questo tipo di cinema in una sala indipendente, che per sua natura si rivolge ai film fuori della norma e costruisce un pubblico interessato a vedere le opere e incontrare l’autore”.

Pasquale Misuraca è il regista del documentario Adriano Aprà Autoritratto, una sorta di critofilm dove alle parole del critico raccolte in una lunga intervista, si alternano le immagini degli incipit dei film amati, da La corazzata Potemkin a Vertigo, da Viaggio in Italia a Pierrot le fou. E racconta: “Rendo le mie opere pubbliche su YouTube, se chi le vede le apprezza, può decidere di pagare il biglietto. Sono ancora pochi quelli che lo fanno, ma le novità nascono così”.

 

Cristiana Paternò
26 Giugno 2019

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