Appena un minuto: commedia “trap” per Max Giusti

Sceneggiata e interpretata da Max Giusti, arriva nelle sale dal 3 ottobre una commedia dai toni romaneschi sulla possibilità di tornare indietro nel tempo, diretta dall'ex vj di MTV Francesco Mandelli


Sceneggiata da Max Giusti, e tratta da un soggetto di un suo spettacolo, arriva nelle sale dal 3 ottobre Appena un minuto, commedia dai toni romaneschi sulla possibilità di tornare indietro nel tempo, anche se solo di pochi secondi. È quello che succede al protagonista Claudio, cinquantenne spiantato e mai veramente cresciuto interpretato dallo stesso Giusti (“Il primo ciak è stato girato lo stesso giorno che avevo fatto un programma televisivo che stava andando malissimo. Una giornataccia”), che si trova tra le mani uno strano smartphone con un’applicazione capace di rimette indietro le lancette della storia di un minuto. Ma quante cose si potranno mai aggiustare, un minuto alla volta?

Il film, costruito piuttosto come una successione di gag, ha la regia di Francesco Mandelli, volto MTV oggi noto ai più giovani soprattutto per i riuscitissimi sketch de I soliti idioti, che è intervenuto al progetto quando il film era già stato scritto, ed ha sottolineato la sua volontà messa totale al servizio della sceneggiatura: “Quando mi hanno raccontato la storia di un telefonino con un’app che permette di tornare indietro, nella mia testa si sono aperti tanti riferimenti a un certo tipo di cinema degli Anni ‘80, in cui gli elementi magici si innestavano sul reale, qualcosa che mi ha subito affascinato. Credo che per imparare a fare il regista, che qualcosa che mi interessa, il modo migliore sia lavorare sulle sceneggiature altrui, mettendosi un po’ da parte. Ho capito che Max cercava qualcuno che facesse il ‘suo’ film, che si mettesse al servizio del suo lavoro, ed è quello che ho fatto”.

Un ruolo importante nel film è dedicato alla scena musicale: uno dei problematici figli adolescenti del protagonista prova a far successo nel panorama trap, aiutato nientemeno che da J-Ax in persona che interpreta se stesso. Forte della sua cultura musicale in questa scelta il regista ha messo lo zampino: “Nella sceneggiatura iniziale il ragazzo voleva fare rap, ma ho pensato che occorresse parlare di qualcosa di contemporaneo e no ancora conosciuto da tutti, la trap, un sottobosco di musicisti che anche su Istagram parlano per neologismi e che hanno inventato, che ci piaccia o meno, un nuovo linguaggio musicale”. Perché proprio J-Ax? “Lui fa rap da molti anni, di cui la trap è un derivativo. Inoltre è una persona disponibile a mettersi in gioco e in grado di fare una riflessione sulla musica credibile”.

In un battuta del film il suo personaggio dice, infatti, che il ragazzo è davvero terribile a fare musica e quindi funzionerà benissimo. “Nella trap non chiudere le rime funziona, è come voler dire che essere un po’ meno bravi è qualcosa di vincente.  Il mondo della trap è un gioco sottile tra l’essere e far finta di essere. Ad esempio anche lo zero assoluto della musica di Bello fiGo’, non è così banale, tant’è che regista milioni di visualizzazioni, non rappresenta tanto un fenomeno musicale ma di costume”.

Nel cast Dino Abbrescia, nel ruolo di un improbabile istruttore di zumba con tanto di sgargianti e parecchio aderenti tutine (“se avessi visto prima le tutine non so se avrei accettato”) e Loretta Goggi, verace mamma romana vecchio stampo che tratta e accudisce il figlio come se fosse ancora un bambino.   

 

Carmen Diotaiuti
26 Settembre 2019

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