Marco Tullio Giordana: appello per Cecchi Gori

Il regista: "Il problema che pongo non è tanto in merito alla condanna quanto sulla possibilità che al produttore, malato gravemente, non sia concesso di scontare ai domiciliari la pena"


Il regista Marco Tullio Giordana con un appello pubblicato oggi sulle pagine del ‘Corriere della Sera’ chiede che al produttore Vittorio Cecchi Gori, al momento ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma, venga risparmiata la detenzione in quanto destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma per un cumulo di pene di oltre 8 anni di reclusione relativo a reati finanziari, tra cui una bancarotta fraudolenta.

“La sfortuna, anche di figure pittoresche (ma generose) non è mai cosa che fa esultare. Certi sorrisi che vedo dipingersi per un personaggio e una persona come Vittorio Cecchi Gori in disgrazia, fanno male, molto male… – recita l’appello di Giordana – Quello che mi chiedo sul caso Cecchi Gori, non riguarda la sua vicenda giudiziaria. Il problema che pongo non è tanto in merito alla condanna (la legge deve essere uguale per tutti, le sentenze non si commentano, etc.), quanto sulla possibilità che al produttore, malato gravemente e non ‘diplomaticamente’, non sia concesso di scontare ai domiciliari la pena di 8 anni e 5 mesi e 26 giorni. Le fortune (in particolare i film Mediterraneo (1991), Il postino (1994) e La vita è bella (1997) che gli hanno regalato le soddisfazioni più grandi: tre Oscar) e anche le cadute di Vittorio Cecchi Gori sono note a tutti, anche perché è da sempre sotto i riflettori. La possibilità di delinquere e combinare danni, ammesso che ne esista la volontà, mi sembra molto limitata – conclude il regista – L’età e i malanni dovrebbero suggerire provvedimenti restrittivi che non si risolvano in una condanna capitale”.

ssr
04 Marzo 2020

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