Pupi Avati: “Svolta culturale per la Rai”

L'Anac sostiene la proposta del regista: "Il servizio pubblico deve approfittare di questa tregua sabbatica di settimane per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti"


L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici ANAC valuta positivamente l’operato del governo nella complessa gestione dell’emergenza del Covid-19 e ritiene che il servizio pubblico televisivo, uno dei più efficaci strumenti di comunicazione nelle mani dello Stato, possa essere più opportunamente utilizzato per far sentire la sua vicinanza ai cittadini in questo difficile momento e per dare un chiaro segnale di orientamento civico anche attraverso una proposta culturale di qualità.

“In questo momento siamo convinti che il ruolo di collante sociale, di strumento educativo e di veicolo culturale della Rai, previsto nel contratto di servizio, debba tornare in primissimo piano. In tal senso riteniamo estremamente valida la proposta avanzata in queste ore da Pupi Avati“.

“Il servizio pubblico – sostiene Avati – deve approfittare di questa tregua sabbatica di settimane, di mesi, per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti dando al paese l’opportunità di crescere culturalmente, programmando finalmente i grandi film, i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e le opere dei grandi pittori, dei grandi scultori, dei grandi architetti, la lettura dei testi dei grandi scrittori, la prosa, la poesia, la danza, va offerta a milioni di utenti la possibilità di scoprire che c’è altro, al di là dello sterile cicaleccio dei salotti frequentati da vip o dai soliti opinionisti”.

L’Anac chiede al Presidente del Consiglio e al Parlamento di farsi promotori di questa trasformazione, che altro non è se un ritorno alle origini più autentiche del servizio pubblico, orientando i vertici della Rai alla definizione di palinsesti con una maggior vocazione civica e umanistica.

Cr. P.
23 Marzo 2020

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