Il cinema italiano racconta il virus

Da Carlo Verdone a Liliana Cavani, Daniele Luchetti, Paola Cortellesi. Autori, produttori e attori del nostro cinema raccontano il prima e dopo epidemia


Prima e dopo il virus: parla il cinema italiano è il titolo dell’iniziativa, realizzata dalla Fondazione Cinema per Roma e curata da Mario Sesti, che raccoglie in video le testimonianze di autori, produttori e attori del nostro cinema. Numerose le personalità che hanno aderito al progetto: fra i primi nomi confermati, Carlo Verdone, Liliana Cavani, Daniele Luchetti, Francesca Cima, Cristina Donadio, Sara Serraiocco, Francesca Archibugi, Paola Cortellesi. Nel corso delle video-interviste, i protagonisti interverranno consigliando al pubblico film, serie, libri, esperienze, discutendo i modi in cui l’epidemia influenzerà e modificherà i racconti del cinema e, infine, immaginando le prime cose da fare non appena si potrà tornare alla vita di tutti i giorni. Dal 25 marzo, le clip saranno condivise sul sito www.romacinemafest.org e attraverso i canali social @romacityfest con gli hashtag #CityFest,#IoRestoACasa, #LaCulturaInCasa.

Ad inaugurare l’iniziativa Carlo Verdone“Ho voglia di stare all’aperto, di viaggiare al Nord e al Sud Italia, andare nella mia campagna, voglio quasi accarezzare l’Italia per essere stata violentata da questo terrore – ha detto il regista-  Quando tutto sarà finito, speriamo presto, l’atto d’amore per il mio paese sarà viaggiare qui, magari scoprire posti che non conosco. Sono giorni particolari e ansiogeni, mi fanno riflettere molto su quello che di sbagliato il mondo ha fatto negli ultimi decenni rispetto al clima, alle violenze fatte alla Terra dagli incendi in Australia alla plastica gettata inmare: abbiamo fatto disastri su disastri”. Secondo Verdone l’emergenza coronavirus “cambierà molto la collettività, avremo voglia -dice- di stare con le persone ma con cautela, forse diventeremo più disciplinati”. Quanto al cinema, prevede “tanta voglia di leggerezza e grazia. Noi autori riflettendo i desideri del pubblico ne sentiremo bisogno, scriveremo racconti divertenti, non avremo bisogno – ha detto – di film emotivamente catastrofici perché questo periodo è un brutto film e non lo vogliamo certo rivedere”.

“In questo momento così particolare e unico, abbiamo pensato, con la Fondazione Cinema per Roma, che ascoltare la voce di chi per mestiere è abituato, attraverso i film, a raccontare noi e ciò che ci circonda fosse interessante e anche d’aiuto per capire che mondo ci troveremo di fronte quando usciremo dall’emergenza, ma anche per cercare di scambiare pensieri, sensazioni e consigli sul nostro vissuto di oggi”, ha detto Mario Sesti a proposito dell’iniziativa. “Credo di dover ringraziare, con Mario Sesti, a nome di Fondazione Cinema per Roma i protagonisti del cinema che hanno accettato di rispondere alla nostra iniziativa. È anche questo un modo, da parte loro, per dare al nostro #IoRestoAcasa” il senso di un’iniziativa che, ancora di più, accorci, in questo tempo sospeso, le distanze tra il cinema e il nostro pubblico. E’ uno scambio che in questi giorni così difficili mettiamo in Rete perché parla di oggi, certo, ma anche del domani che ci attende. E che il cinema, come sempre, racconta e spesso anticipa” ha aggiunto Laura Delli Colli. 

Car. Di.
25 Marzo 2020

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