Daniel Kemény alla ricerca del tempo perduto

Il documentario del giovane regista svizzero Daniel Kemény, prodotto da Michela Pini (Cinédokké) in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera, è il racconto di un viaggio alle origini


Anteprima mondiale a Visions du Réel 2020 – Online Edition per il documentario sòne di Daniel Kemény selezionato in concorso ufficiale nella sezione Burning Lights International Competition.

Il documentario del giovane regista svizzero Daniel Kemény, prodotto da Michela Pini (Cinédokké) in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera, è il racconto di un viaggio alle origini, della ricerca del tempo perduto. Un viaggio nella musica di un paese arroccato, fra presente e passato, fra emozioni personali e collettive. “Pietrapaola, in Calabria, è il paese in cui sono nato e cresciuto – racconta il regista – dove ho vissuto fino all’età di 13 anni. Aveva circa 2000 abitanti nel 1970 e 150 nel 2013. Ho deciso che dovevo raccontare il paese prima che svanisse e con lui lo scenario della mia infanzia, e di farlo attraverso la sua musica. Io non vado d’accordo con le parole. Non credo che possano risolvere le cose, non ricuciono le ferite, non riparano gli strappi. La musica ha trasformato questo luogo, la mia storia e quella degli abitanti di Pietrapaola, in una melodia”.

Il film, dedicato all’ingegnere del suono Christophe Giovannoni, sarà visibile online al pubblico dal 25 aprile al 2 maggio (accesso gratuito con un limite a 500 visualizzazioni su tutti i territori all’indirizzo https://online.visionsdureel.ch/film/sone/).

Daniel Kemény, nato nel 1981, si muove nella scena culturale a partire da diversi punti di vista e linguaggi. Ha studiato Arte e Scultura alla KHB di Berlino, espone da oltre dieci anni in istituzioni culturali e d’arte in Europa e nel mondo, creando installazioni spaziali e video. Dal 2010 ha iniziato a utilizzare il mezzo cinematografico, in cui fa confluire le abilità espressive con le sue necessità. 

Cr. P.
24 Aprile 2020

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