Regione Lazio per la riapertura dei set. La cautela di Francesca Cima

La Regione Lazio ha stilato le indicazioni di sicurezza per il settore con una ripartenza il 4 maggio. La posizione della presidente dei produttori Anica Francesca Cima e della SLC CGIL


Nel Lazio la produzione cinematografica potrà riprendere dal 4 maggio e la Regione Lazio ha stilato delle indicazioni per il settore, presentate questa mattina in videoconferenza stampa. Si prevedono, tra l’altro, test sulle condizioni di salute degli attori prima delle riprese, l’utilizzo delle mascherine per tutti gli operatori e per gli attori quando non sono in scena, distanze di sicurezza quando possibile. Per la riapertura dei set è prevista una specifica formazione del personale (dispositivi di protezione e regole igienico sanitarie), regole per le produzioni, set, troupe e attori, la presenza di un medico competente aziendale, la misurazione della temperatura in ingresso e in uscita, la presenza di soluzioni idroalcoliche per l’igiene.

“Tornare sul set è la prima cosa che vogliamo fare. Dobbiamo mettere in sicurezza le condizioni per farlo: l’organizzazione dei nostri set è un sistema complesso, ma abbiamo le capacità, produttive e professionali, di adattarci, magari modificando alcune pratiche”, dice Francesca Cima, presidente dei produttori Anica. E aggiunge: “Tutti chiedono sicurezze, e noi a nostra volta le chiediamo e le vogliamo offrire alle persone che lavorano con noi, in primo luogo dal punto di vista della salute, ma immediatamente dopo quella di poter lavorare e ritornare a produrre e distribuire reddito, dando il nostro importante contributo alla ripartenza collettiva di tutto il paese. Sappiamo che l’incertezza è una cifra di questo periodo, ma non vogliamo stare fermi”. Leggi le anticipazioni di Cinecittà News sul protocollo di sicurezza allo studio dei produttori

 E’ presto per sapere chi è pronto e quali produzioni saranno attive lunedì ma le cose si muovono se non altro nella preparazione. “La ripresa – spiega Cima – dovrà essere il frutto di uno sforzo collettivo per il bene di tutta la filiera, inclusi i servizi media, che devono alimentare palinsesti e cataloghi con nuovo prodotto. Oltre ai posti di lavoro, questo settore produce contenuti molto richiesti e di grande importanza per il benessere delle persone e, in ultima analisi, anche per sostenere la produttività del Paese, la capacità di generare reddito e quindi di aumentare consumi e gettito”. La presidente dei produttori Anica parla di ripresa “magari a giugno, con la conclusione delle opere che erano già sul set e che sono state interrotte in fase di lavorazione. Nel frattempo abbiamo lavorato in remoto, allo sviluppo creativo delle nuove opere, insieme agli autori. Appena possibile, anche prima di giugno, potrebbe partire la fase di preparazione, che ci consentirà di mettere a punto sul campo i protocolli stessi”. Il protocollo sanitario per i set è fondamentale per mettere in sicurezza lavoratori e artisti, “su questo stiamo collaborando, in accordo tra associazioni di produttori (Anica, Apa e Ape), con i sindacati, i rappresentanti degli artisti e gli stessi attori. Fondamentale sarà il supporto finanziario necessario per poter ripartire, sia a copertura dei maggiori costi derivanti dallo stesso protocollo di sicurezza e dall’inevitabile allungamento dei tempi di lavorazione, sia attraverso forme di garanzia che scongiurino il default delle imprese nel caso estremo in cui ci fossero nuove interruzioni dovute al contagio. Gli investimenti nelle nuove opere dovranno avere certezza di sostegno, ma su questo il Ministero, sin dall’inizio dell’emergenza, ci è stato a fianco e ha garantito l’introduzione di risorse straordinarie per dare a questo settore produttivo – che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori oggi fermi (sostenuti, nell’emergenza, dagli ammortizzatori sociali messi in campo dal governo, ai quali tuttavia non tutti hanno accesso proprio per la atipicità di molte posizioni del nostro settore), la sicurezza per riprendere a lavorare”.

Hollywood ha lavorato su linee guida per la ripresa: potrebbero essere recepibili anche dal sistema italiano? “I temi che stiamo affrontando in tutto il mondo sono i comportamenti e le misure sanitarie e di sicurezza da adottare ma le soluzioni dovranno adeguarsi alle norme nazionali – e regionali ove più restrittive – Data la forte interconnessione tra Stato, servizi media pubblici e privati, distributori, produttori indipendenti, l’Italia avrà certamente in comune le buone pratiche (le migliori) ma le declinerà sul proprio specifico. Ci aspettiamo un grande sforzo dal servizio pubblico, con cui è aperto un dialogo costante, perché è uno dei motori più potenti della ripresa. A questo scopo, un piano straordinario a sostegno dell’industria audiovisiva indipendente sarebbe la via più logica e concreta per accompagnare la difficile fase che ci aspetta”.Avere indicazioni chiare sugli strumenti di prevenzione e di tutela più avanzati e certificati, con un accesso semplice a tamponi, test sierologici per la sicurezza di tutti e risorse finanziarie straordinarie da destinare alla produzione cine-audiovisiva sia tramite fondi attivabili a livello nazionale, sia attraverso altri strumenti europei : con questi due parametri, “la produzione è pronta a ricominciare”. 

Nel frattempo la SLC CGIL Nazionale esprime contrarietà: “La Regione Lazio – si legge in un comunicato – sbaglia a parlare di ripartenza dei set per due motivi: non sono pronti i Protocolli di Sicurezza e iI codici Ateco del settore non hanno mai subito interruzioni per decreto ma per buon senso. E col buon senso si riprenderà, non certo il 4 maggio 2020. Troverei singolare – afferma il coordinatore nazionale Area Produzione Contenuti Culturali Umberto Carretti – che un’azienda qualunque partisse senza la condivisione preventiva di protocolli di sicurezza concordati con le associazioni datoriali. Sulla salute non permetteremo di scherzare a nessuno”. 

Cr. P.
02 Maggio 2020

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