Addio a Michel Piccoli

L'attore si è spento a 94 anni il 12 maggio tra le braccia della moglie Ludivine e dei suoi giovani figli Inord e Missia


E’ morto all’età di 94 anni il grande attore francese, che ha lavorato con i più importanti registi internazionali. “Michel Piccoli si è spento il 12 maggio tra le braccia della moglie Ludivine e dei suoi giovani figli Inord e Missia, in seguito ad un incidente cerebrale”, si legge in una nota della famiglia trasmessa all’agenzia France Presse da Gilles Jacob, amico dell’attore nonché ex presidente del Festival di Cannes.

Piccoli è stato protagonista di film passati alla storia, come il disprezzo di Jean-Luc Godard, La grande abbuffata di Marco Ferreri, L’Amante di Claude Sautet o più recentemente Habemus Papam di Nanni Moretti.

Nato da genitori musicisti, madre francese e padre italiano, che emigrarono in Francia con l’avvento del fascismo, al termine delle scuole superiori, a soli quindici anni, frequenta una scuola di recitazione ed entra, prestissimo, nella compagnia di Jean-Louis Barrault e Madeleine Renaud. Da quel momento in poi comincerà un’inevitabile gavetta che lo condurrà al cinema solo nel 1945 con il film di Christian-Jaque Sortilèges. Di bell’aspetto, si sposa con l’attrice svizzera Eléonore Hirt, dalla quale avrà (prima del divorzio) la sua unica figlia: Anne-Cordélia. Il suo volto è ancora sconosciuto, anche se, nella prima parte della sua carriera, viene diretto da grandi registi come Jean Renoir (French Cancan) e René Clair (Grandi manovre). Ma è proprio grazie a quei film che richiama l’attenzione di Buñuel con il quale collabora fra il ’56 e il ’74, ovverosia in quel periodo estroso del regista spagnolo in cui si spinge il surrealismo all’estremo. I grandi autori del cinema francese (e non solo) si accorgono di lui: Jean Luc Godard ne fa il marito di Brigitte Bardot in Il disprezzo, Alain Resnais lo contrappone a Yves Montand in La guerre est finie e poi finalmente passa nelle sapienti mani di Agnès Varda che lo dirigerà in Les Créatures Josephine. Mentre l’Italia, rappresentata da Vittorio De Seta, lo vede fra i protagonisti di L’invitata, e perfino il maestro della suspense, Alfred Hitchcock, lo inserisce nel cast di Topaz.

Dopo aver recitato per Tavernier (I miei vicini sono simpatici) e dopo tante nomination ai César, vince la Palma d’Oro a Cannes come Miglior Attore per Salto nel vuoto di Marco Bellocchio, che lo veste da magistrato paranoico intrappolato nel suo rapporto con la sorella degenerata. Lo stesso anno, si sposa con la sceneggiatrice Ludivine Clerc, la sua attuale moglie, e si lascia coccolare da Louis Malle in Atlantic City. Un altro premio, l’Orso d’Argento, arriva l’anno seguente per Une étrange affaire di Granier-Deferre.

Gli anni ’80 e ’90 sono un susseguirsi di Scola, Godard, Cavani, ancora Bellocchio e ancora Malle, poi Jacques Rivette e Castellitto, fino alla sua prima (ma non unica) regia con Train de nuit. Ritrovata Varda, sarà Mr. Cinéma in Les Cent et une nuits de Simon Cinéma, appena prima di andare incontro a Manoel de Oliveira che lo porterà agli allori con Party, Ritorno a casa, Lo specchio magico e infine Belle toujours – Bella sempre.

Ang
18 Maggio 2020

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