A chi piace la piattaforma della cultura?

Il ministro interviene al think tank organizzato su zoom da Laterza: "Penso che forse si potranno riscrivere in positivo molte cose", dice Franceschini


“La cultura è tutto quello che resta quando si è dimenticato tutto”, Roberto Andò cita Paul Valery per rispondere all’interrogativo lanciato dal ministro Dario Franceschini ai tanti nomi importanti, dall’editoria al cinema, dal teatro ai musei, dalle biblioteche all’editoria che affollano il salotto virtuale de Il Sarchiapone, think tank culturale organizzato dalla Laterza, per la prima volta in formato zoom: “Resterà qualcosa di questa fase?”, in che modo questi due mesi di lockdown hanno veramente cambiato il nostro modo di vivere e anche di cercare la felicità?

Invitato ad introdurre la discussione, davanti a una vasta platea che vede dal direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera al presidente del Fai Carandini, Franceschini ricorda gli interventi dello Stato per far fronte alla crisi del settore, “per consentire a tutti di attraversare il deserto”. Poi chiede a tutti una riflessione su due proposte per la ripartenza sostenute dal Collegio Romano: la creazione di un Fondo pubblico e privato per la cultura e il lancio di una piattaforma sul modello di Netflix dove far convergere produzioni culturali di qualità da offrire a pagamento.

Giovanna Melandri dal MAXXI chiede una “deducibilità fiscale” che aiuti la domanda di cultura, ma anche un Fondo per la ricerca e un rapporto Musei-scuola. Andò, che divide il suo impegno tra regia di teatro e di cinema, teme che le sale cinematografiche possano essere avviate da questa crisi a un declino definitivo e chiede più spazio e più diritto di parola per chi la cultura la produce “Bisogna riparare le ferite, riprogettare, ripensare”. Una Netflix della cultura “funzionerà se noi del settore verremo coinvolti”.

“Penso che forse si potranno riscrivere in positivo molte cose – dice Franceschini – faremo i conti con la scoperta di spazi temporali e fisici nuovi e uno spostamento dei consumi, un modo nuovo di cercare la felicità”. Come dire che quello che ci aspetta potrebbe essere un mondo con meno shopping e più cultura, anche goduta da casa e perché no pagando qualcosa. La rete, il digitale si sono dimostrati una grandissima opportunità sulla quale ora è il momento di lavorare e di investire. Paolo Verri, animatore di Matera 2019, lancia l’idea di una tre giorni della cultura in presenza “per progettare gli interventi dei prossimi sette anni “.

Cr. P.
08 Giugno 2020

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