La cultura si sposta sul digitale

I risultati di un’indagine di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sugli effetti del Covid-19 e del lockdown per i consumi culturali degli italiani


Crescono i consumi televisivi (+47% durante il lockdown), la lettura di libri (+14%), l’ascolto di musica (+7%); incremento significativo dei consumi e dei servizi culturali digitali: il 34% degli intervistati ha utilizzato in misura maggiore le piattaforme in streaming a pagamento e un lettore su sei ha abbandonato la versione cartacea di quotidiani, riviste e fumetti in favore di quella digitale; scarso successo per gli spettacoli dal vivo in digitale e flop per le visite virtuali a musei e siti archeologici; cresce la voglia di attività culturali legate al divertimento (+15 punti percentuali rispetto a dicembre 2019) e al relax (+14 punti).

Per il Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana: “il digitale è stato il compagno di una fase difficilissima per tutti noi e ha dimostrato di poter essere, utilizzato con sapienza, un ottimo canale di diffusione della cultura. Ma alcune esperienze, come lo spettacolo dal vivo, difficilmente possono essere mediate da uno schermo. Per questo, ferma restando la possibilità di continuare ad utilizzare l’offerta digitale, crediamo che in breve tempo il pubblico tornerà a fruire di cultura dal vivo perché questo desiderio, anche durante il lockdown, non si è mai spento”.

Questi i principali risultati che emergono dall’indagine di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sugli effetti del Covid-19 e del lockdown per i consumi culturali degli italiani.

L’effetto del lockdown imposto dalla pandemia di Covid-19 sull’offerta culturale è stato fortissimo. La chiusura di cinema e teatri, il divieto di assembramento, la permanenza forzata nelle abitazioni ha fortemente inciso sulle pratiche di consumo culturale, azzerando completamente le esperienze dal vivo ed alimentando la fruizione domestica e via web. Il nuovo menù dei consumi culturali sembra così muoversi a differenti velocità, con una forte crescita dei consumi e dei servizi digitali e una profonda crisi dell’offerta dal vivo. I vincoli imposti dall’emergenza del Covid-19 hanno portato ad una forte crescita dei consumi televisivi (+47% durante il lockdown), della lettura di libri (+14%) e dell’ascolto di musica (+7%), mentre è diminuita la lettura di fumetti (-27%) e riviste (-10%).

Tra i consumi televisivi, oltre ai canali tv tradizionali, si segnala un significativo aumento dell’utilizzo di piattaforme web in abbonamento (per il 34%) e, più in generale, dei canali a pagamento (per il 20%). Lo switch verso il digitale è stato particolarmente forte per i quotidiani, riviste e fumetti. Durante il lockdown un lettore su sei ha dichiarato di avere abbandonato la versione cartacea in favore di quella digitale. Regge, invece, la lettura tradizionale dei libri sebbene, anche in questo caso, l’8% dei lettori sia passato in questi mesi all’e-book.

Cresce molto l’aspettativa legata al divertimento (+15 punti percentuali rispetto a dicembre 2019), al relax (+14 punti), di fare qualcosa di diverso e di uscire dalla routine.

L’indagine quantitativa è stata condotta mediante interviste online con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) su un campione composto da 1001 cittadini italiani tra i 18 e 74 anni rappresentativi della popolazione per genere, età, area geografica e ampiezza comune di residenza. Le interviste sono state somministrate dal 18 al 21 maggio 2020.

Cr. P.
02 Luglio 2020

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