E’ morto il maestro Ennio Morricone

E' morto nella notte in una clinica romana Ennio Morricone. Aveva 92 anni. Il compositore Premio Oscar era caduto e si era rotto il femore, un incidente che gli è stato fatale


E’ morto nella notte in una clinica romana Ennio Morricone. Aveva 92 anni. Il compositore Premio Oscar era caduto e si era rotto il femore, un incidente che gli è stato fatale. Vincitore di due Oscar, Morricone ha anche vinto con le sue colonne sonore tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Nel 2017 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Era Accademico di Santa Cecilia. Clicca qui per il ricordo dell’Archivio Luce

Venerato maestro del mondo cinematografico, Ennio Morricone ha arricchito centinaia di film con il suo talento musicale, costruendo, dall’Italia, la sua reputazione con le musiche per leggendarie pellicole ambientate nel selvaggio West americano. Morricone è famoso per le colonne sonore per i film western all’italiana, collaborando con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, con titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, Il mercenario, Il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo. Tra i tanti film musicati anche Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e Novecento di Bernardo Bertolucci. Nel 2007 Morricone ha ricevuto il premio Oscar alla carriera, dopo essere stato nominato per 5 volte. Nel 2016 ha ottenuto il suo secondo Oscar per le partiture del film di Quentin Tarantino The Hateful Eight, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe.

Nato a Roma il 10 novembre del 1928, ha composto più di 500 melodie, spesso immortali, per il cinema e la televisione, il suo tocco da arrangiatore ha caratterizzato la musica pop italiana degli anni ’60 (tra Edoardo Vianello, Mina e tanti altri), ma la sua vera passione era la musica sinfonica, la sperimentazione e l’innovazione musicale, sulla scia di un maestro come Goffredo Petrassi e delle improvvisazioni del gruppo Nuova Consonanza cui contribuì a dare nuova linfa fin dal 1964. Figlio di trombettista e diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia nella stessa materia e in direzione d’orchestra, tra i tanti riconoscimenti della sua lunga carriera ha avuto perfino l’intestazione di un asteroide.

70 milioni di dischi venduti, il chitarrista degli U2 The Edge che dichiara di considerarlo sa sempre il suo musicista di riferimento, gruppi come i Metallica o i Ramones che aprono i propri concerti con un omaggio a lui, Quentin Tarantino che saccheggia le sue melodie ben due volte (Kill Bill e Bastardi senza gloria) rendendogli pubblico omaggio fino a convincerlo a firmare una colonna sonora originale per The Hateful Eight con cui il musicista ha vinto il suo primo Oscar.

Nonostante centinaia di partiture che hanno fatto epoca, è sempre il sodalizio con Sergio Leone a fare da sigla ideale al cinema di Morricone. I due si conoscono sui banchi di scuola, alle elementari, e quando il debuttante regista si rivolge a lui nel 1964 (Per un pugno di dollari) non sa ancora che molto del suo inatteso trionfo si deve alle invenzioni del musicista, costretto a lavorare senza orchestra e con pochi soldi, capace di trasformare un fischio, una tromba, uno sparo nella più formidabile sintesi dell’epopea western. L’amicizia tra i due non verrà mai meno e scandirà una carriera di successi fino all’ultimo film di Leone C’era una volta in America che anche per il musicista rappresenta una delle sfide compositive più complesse e importanti.

Se nel mondo è proprio lo “spaghetti western” ad aprire a Morricone le porte di Hollywood con autori come John Carpenter, Brian De Palma, Roland Joffé, Oliver Stone e titoli come Gli intoccabili o The Mission, in Italia sono molti i cineasti che con lui vantano un rapporto quasi simbiotico. E’ il caso di Elio Petri per cui Morricone inventa i suoni di Indagine su un cittadino o di Gillo Pontecorvo che scrive con lui la partitura de La battaglia di Algeri che gli ispira Queimada e che sarà tra gli amici più cari fino alla fine.

“Ogni volta – ha detto – cerco di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica”. Nella maturità ha cominciato ad esibirsi in pubblico come direttore d’orchestra delle sue composizioni. E, davanti alla sua orchestra, Morricone rivelava ogni volta la sua duttilità da camaleonte: compositore contemporaneo, creatore di epopee per il più vasto pubblico, nostalgico cantore di emozioni segrete. Non è un caso che, nel 2007, sul palco dell’Oscar sia stato Clint Eastwood a consegnargli l’ambita statuetta: Eastwood non sarebbe esistito senza Leone e Morricone. E il musicista aveva trovato nell’attore il primo simbolo della sua musica amata in tutto il mondo. A gennaio di quest’anno aveva ricevuto in Senato il premio alla carriera dalla presidente Elisabetta Casellati. ”Io credo che la prossima stagione sarà bellissima. Ci vedremo nella grande Sala di Santa Cecilia. Ora state a casa”, aveva detto poi ad aprile nel saluto a pubblico dell’ Accademia Nazionale durante il lockdown in un video pubblicato sul sito dell’ istituzione musicale in occasione del Natale di Roma.

I funerali si terranno in forma privata “nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza”. Lo ha annunciato la famiglia attraverso l’amico e legale Giorgio Assumma. Morricone, si legge nella nota, si è spento “all’alba del 6 luglio in Roma con il conforto della fede”. Assumma aggiunge che il maestro “ha conservato sino all’ultimo piena lucidità e grande dignità. Ha salutato l’amata moglie Maria che lo ha accompagnato con dedizione in ogni istante della sua vita umana e professionale e gli è stato accanto fino all’estremo respiro, ha ringraziato i figli e i nipoti per l’amore e la cura che gli hanno donato. ha dedicato un commosso ricordo al suo pubblico dal cui affettuoso sostegno ha sempre tratto la forza della propria creatività”.                     

“Un giorno triste per la cultura, con Ennio Morricone ci lascia uno dei grandi maestri italiani, un musicista di raffinata bravura che con le sue melodie ha saputo emozionare e far sognare il mondo intero che lo ha ricambiato con i più importanti premi e riconoscimenti, a partire dagli Oscar per le sue leggendarie colonne sonore”. Così il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini si stringe alla famiglia. “Ho avuto la fortuna di incontrarlo e non scorderò quell’energia e quella forza che era capace di trasmettere anche con il solo sguardo. Sono vicino ai familiari in questa triste giornata”.

Cr. P.
06 Luglio 2020

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