The Rossellinis: la verità sulla dinastia di Roberto

Il documentario The Rossellinis' di Alessandro Rossellini, con Isabella, Renzo, Robin, Ingrid, Gil, Nur e Katherine Brown​, è l'evento di chiusura della Settimana internazionale della critica


Il documentario The Rossellinis di Alessandro Rossellini, con Isabella, Renzo, Robin, Ingrid, Gil, Nur e Katherine Brown, è l’evento di chiusura della Settimana internazionale della critica. Prodotto da B&B Film, coprodotto da VFS Film con Rai Cinema in associazione con Istituto Luce Cinecittà, con il sostegno di Mibact, Creative Media Europe, Regione Lazio, POR FESR Lazio 14-20, National Film Centre of Latvia, è un ritratto della variegata famiglia cinematografica di cui il grande Roberto Rossellini è stato capostipite.

Genio indiscusso del cinema e padre anticonformista, i suoi amori hanno riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, scandalizzando la rigida morale degli anni ’50 e dando alla luce una famiglia numerosa, orgogliosamente multietnica e decisamente allargata.

Alessandro, suo primo nipote, ha avuto una carriera traballante da fotografo e un lungo passato di tossicodipendenza. Come primo nipote di un genio – è figlio di Renzo – non si sente all’altezza del cognome. Decide così di girare a 55 anni il suo primo film, affrontando con ironia la saga dei Rossellini e obbligando i parenti a un’impossibile terapia familiare davanti alla macchina da presa. “Mio nonno – spiega Alessandro – era un uomo davvero all’avanguardia, ma non solo nel cinema. Il circo mediatico nato intorno alla sua figura e alla nostra famiglia ci ha lasciato in eredità un album di bellissime fotografie patinate e cinegiornali dai toni scandalistici. Tutto ciò ha avuto per me e gli altri discendenti un peso enorme, influenzando le nostre vite, anche dopo la sua scomparsa. Questo film, nato in un periodo particolare della mia vita, è l’occasione di restituire un’immagine autentica della famiglia. Oltre il mito, c’è una famiglia dalla storia intensa e anche dolorosa, proprio come tutte le altre. Se c’è un valore di questo film è la sincerità”. 

Luce Cinecittà è partner anche di SIC@SIC, palestra del giovane cinema italiano giunta al quinto anno. Il programma è inaugurato da Les aigles de Carthage, omaggio alla rivoluzione tunisina in forma di poesia calcistica, firmato da Adriano Valerio, autore di Banat, rivelato dalla SIC nel 2015. In chiusura, Zombie di Giorgio Diritti, realizzato nel quadro della Fondazione Fare Cinema di Marco Bellocchio, uno struggente romanzo di formazione infantile che ha preso vita tra le strade di Bobbio, in sei giorni di riprese, nel mese di novembre 2019. Lo spunto è frutto di un lavoro di gruppo e al contempo personale e introspettivo con i ragazzi del corso sul tema dei rapporti figli-genitori. È il giorno di Halloween, al centro della scena due figure femminili, madre e figlia – interpretate da Elena Arvigo e Greta Buttafava – che nel reciproco sguardo hanno un diverso stato d’animo, nel giorno dei “dei morti viventi”. Una breve riflessione in cui Giorgio Diritti mette in scena il lacerante conflitto che anima certe coppie quando si rompono: da un lato la necessità e il volersi dividere dal partner, anche con veri e propri gesti di rottura ma dall’altro la responsabilità di restare genitori capaci di amore e di cura. Se la divisione, anziché separazione possibile, si trasforma in scissione distruttiva, i figli diventano le vittime inconsapevoli insieme ai protagonisti di questi conflitti, rischiando di subire un’alienazione parentale. 

Ed ecco i magnifici sette della competizione: Le mosche di Edgardo Pistone, stilizzato racconto di strada partenopeo; J’ador di Simone Bozzelli, crudele racconto di gioventù fra desiderio e violenza; Gas Station di Olga Torrico, cinema di poesia sospeso fra racconto in prima persona e archivio; Where the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng, riflessione su esilio e identità fra Cina e Italia; Adam di Pietro Pinto, visionario esempio di fantascienza metafisica; Accamòra di Emanuela Muzzupappa, viaggio intorno alle radici memore di De Seta; Finis Terrae di Tommaso Frangini, avventura esistenziale che evoca addirittura echi di Antonioni.

“In questi mesi c’è stato solo un modo per viaggiare, per essere altrove: le immagini in movimento. Film, corti, documentari, serie tv, mai come adesso sono state indispensabile supporto in un periodo dove le avventure sono avvenute tra la cucina e il bagno delle nostre case. I cortometraggi di SIC@SIC vi porteranno altrove”, afferma Carla Cattani, responsabile Promozione Internazionale Cinema Contemporaneo di Istituto Luce-Cinecittà

I sette cortometraggi in concorso competono per i seguenti premi, assegnati da una giuria composta da tre produttori cinematografici: Nicola Giuliano, Donatella Palermo e Giovanni Pompili: Premio al Miglior Cortometraggio offerto da Frame by Frame e consistente in servizi di post-produzione per il prossimo cortometraggio del regista premiato; Premio alla Migliore Regia offerto da Stadion Video e consistente nella realizzazione dell’edizione inglese sottotitolata per il prossimo cortometraggio del regista premiato; Premio al Miglior Contributo Tecnico offerto da Fondazione Fare Cinema e consistente nella partecipazione all’edizione 21 del Corso di Alta Formazione Cinematografica in Regia Fare Cinema.

I corti saranno messi a disposizione dei professionisti di settore attraverso le piattaforme online Festival Scope e Italian Short Film Video Library, strumento di promozione del cortometraggio italiano realizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio in collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà. A novembre 2020, i tre premiati parteciperanno al TSFM – Torino Short Film Market, organizzato dal Centro Nazionale del Cortometraggio, inoltre l’intera selezione sarà al Festival del cinema italiano di Barcellona a dicembre.

Cr. P.
21 Luglio 2020

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