Il regista non pensa a un film sulle violenze di origine razziale di questi mesi negli Usa, perché “ci sono registi afroamericani che già lo stanno facendo”. Lo ha raccontato lui stesso ospite ieri sera di Passaggi Festival della Saggistica, dove ha presentato la sua autobiografia, “Cercando la luce” (La nave di Teseo) in uscita in questi giorni in Italia. “Scrivere è un piacere, anzi è più piacevole di fare un film, perché mentre giri non hai tempo di pensare” ha detto. “E’ difficile girare film politici in America – ha aggiunto – soprattutto se cerchi di fare un film onesto che critichi il sistema”.
No anche alla domanda se pensa di scrivere un libro o fare un film sulla pandemia. “I miei film – ha spiegato – sono d’evasione, dove certo bisogna raccontare anche la verità, però non voglio immischiarmi in questo momento storico. Meglio staccare dal problema del coronavirus”.
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