L’esordio di Lodo in un road-movie verso Est

La transizione politica dell’Europa alla fine del regime sovietico attraverso gli occhi di tre giovani romagnoli, tra cui il leader dello Stato Sociale al suo esordio al cinema


VENEZIA – “A ventitré anni non sai come ti trovi in certe situazioni, ti ci ritrovi e basta”. Prende il via così la pellicola che apre la sezione non competitiva “Notti Veneziane – L’Isola degli Autori” alle Giornate degli Autori, Est, firmata da Antonio Pisu, figlio dell’attore e comico bolognese Raffaele Pisu, scomparso lo scorso anno, che viene citato nel film tra i conduttori del telegiornale satirico Striscia la notizia, le cui immagini scorrono insieme alle icone che hanno caratterizzato il boom economico italiano dei primi anni ’90, sulle note di Felicità di Al Bano e Romina Power, canzone conosciuta anche dalla Romania oppressa che seguiva e ascoltava Sanremo, e guardava all’Italia come al Paese felice.

Ambientato a poche settimane dalla caduta del Muro di Berlino, Est- Dittatura last minute, è un road movie basato su una storia vera e condito da immagini di repertorio, che racconta il viaggio in macchina di tre giovani amici romagnoli, che partono, con animo sprovveduto, dalla tranquilla Cesena verso l’Europa dell’est, oltre la Cortina di Ferro, alla ricerca di avventura ed emozioni nei luoghi in cui è ancora presente il regime sovietico, che in gran parte dell’Europa sta volgendo al termine. “Non avevo voglia di stereotipare troppo i personaggi – sottolinea Antonio Pisu – nel tracciarne i caratteri li ho diversificati: uno più inconsapevole, uno con conoscenze storiche, uno più legato all’idea dell’avventura”.

Destinati dapprima a Budapest, i tre amici si dirigono poi in Romania, fino a Bucarest, nel cuore della dittatura di Ceausescu. Mossi più dallo spirito d’avventura e dal desiderio di libertà e trasgressione che dall’indagine storica, i tre ragazzi, che non sanno bene cosa li aspetta, si trovano di fronte a un orizzonte inatteso e a un mondo ben diverso da quello che si immaginavano. Man mano che si addentrano in Romania, davanti ai loro occhi alle immagini di strade, villaggi e monumenti, si sostituisce la miseria e l’arretratezza di un Paese soggiogato dal regime dittatoriale. Muto, cupo, senza bellezza. Fatto di strade deserte, ristoranti con poco cibo, case fatiscenti, povera gente oppressa e disperata. Ma al di là del tema politico e sociale, Est è soprattutto un viaggio rocambolesco di formazione, condito da gag e peripezie tragicomiche, iniziato con la leggerezza baldanzosa e incosciente dei vent’anni che, di fronte alla vita reale, si trasforma dapprima in consapevolezza e poi in empatia commossa. Così, quando al rientro in Italia il telegiornale annuncia la fine del regime di Ceausescu, i loro occhi possono guardare quelle immagini con una consapevolezza diversa, che solo chi ha vissuto e toccato con mano può avere.

Rispetto alle origini del progetto, rivela il regista di avere incontrato uno dei produttori, che è poi tra i reali protagonisti della vicenda, in occasione della presentazione del suo film d’esordio, Nobili bugie, a Cannes: “Mi ha raccontato di avere questa storia, che ho trovato subito interessante, e me ne ha commissionato la sceneggiatura. Già da subito c’era l’idea di occuparmi anche della regia”. Molte le immagini di repertorio: “Alcune sono documenti girati durante il viaggio reale, altre provengono da un lungo lavoro di ricerca fatto negli archivi rumeni e italiani, altre ancora sono immagini girate da me e messe in 4/3 per simulare l’effetto d’archivo”. 

Nel film l’esordio al cinema, convincente, di Lodo Guenzi, voce e chitarra de Lo Stato Sociale, che, in realtà, ha studiato arte drammatica all’accademia ‘Nico Pepe’ di Udine e ha debuttato a teatro come attore ne Il giardino dei ciliegi. Qui è nei panni di uno dei protagonisti, Andrea Riceputi, detto Rice, con un futuro da commercialista ma la passione per la telecamera e le riprese con cui conserva il ricordo di ciò che vive. Convinto di fare affari e ripagarsi il viaggio vendendo ai mercatini dell’Est oggetti di poco valore importati dall’Italia. “Volevo attori locali, per rendere credibile l’interpretazione, e ho scoperto che Lodo Guenzi in realtà ha un passato legato alla recitazione. Con una battuta lui dice di aver, in realtà, ingannato il mondo facendo il cantante ma di essere un attore”. Per Lodo Guenzi “ha senso raccontare questa storia, al di là del sacrosanto contributo storico, perché parla di temi irrinunciabili come  la libertà e il superamento della diffidenza verso l’altro. Quelli che percepisci come diversi e lontani rispetto alla tua vita, sono persone esattamente come te. Quando incontri le persone, sono un pezzo di te e tu sei un pezzo di loro”.  

Il film è prodotto da Genoma Films di Paolo Rossi Pisu, in collaborazione con Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi, autori del libro Addio Ceausescu a cui è ispirata la sceneggiatura: “Siamo contenti di essere approdati a un palcoscenico importante come quello di Venezia e onorati del fatto che stasera, ad assistere alla proiezione, ci sarà un padrino d’eccezione: Oliver Stone”. 

Carmen Diotaiuti
03 Settembre 2020

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