Paola Cortellesi, “voce” di Nilde Iotti

Paola Cortellesi è la "voce" di Nilde Iotti nel documentario di Peter Marcias presentato alle Giornate degli autori., come evento speciale


VENEZIAPaola Cortellesi è la “voce” di Nilde Iotti nel documentario di Peter Marcias presentato alle Giornate degli autori, come evento speciale. Non può essere al Lido, perché sta lavorando sul set di Ritorno a Coccia di Morto (il sequel di Come un gatto in tangenziale, diretto sempre dal marito Riccardo Milani) e le misure di sicurezza le impediscono di allontanarsi da Roma. “Sarei stata felice di accompagnare Nilde Iotti-Il tempo delle donne, soprattutto in questa particolare edizione della Mostra del cinema – scrive in un messaggio – per il fondamentale segnale di ripartenza che rappresenta, nell’anno in cui si celebrano i cento anni dalla nascita di una donna così straordinaria. Sono onorata di aver contribuito al suo ricordo. Ho visto nascere e crescere questo progetto attraverso il lungo lavoro di Peter Marcias: le ricerche dei materiali di repertorio, le testimonianze, i testi ufficiali, le lettere private. Ringrazio Peter per avermi coinvolta, per la costante condivisione, l’entusiasmo e la cura”. L’attrice definisce il film “un documento utile non solo a ricordare la vita coraggiosa e il lavoro esemplare di Nilde Iotti, ma a far conoscere alle nuove generazioni le faticose battaglie all’origine dei loro diritti, a non darli per scontati e alla necessità di difenderli”, conclude l’attrice, che presto vedremo su Sky nei panni dell’ispettrice di polizia Petra.

Il film, come il regista sardo racconta a Cinecittà News, nasce proprio da uno spettacolo teatrale di Paola, Leonilde, scritto da Sergio Claudio Perroni. “L’ho chiamata nel documentario non per interpretare Nilde Iotti, ma per evocarla. Tutto è venuto man mano, abbiamo lavorato in simbiosi sui repertori. Ed è stata una scelta che ci ha dato ragione”. Il film è un montaggio di immagini, interviste alla stessa donna politica e testimonianze per ricostruire la figura di una grande statista, lucida, capace di andare contro i tabù, di mettersi in dialettica con il suo stesso partito, sempre dalla parte delle donne, con un grande senso delle istituzioni.

Si parte dalle testimonianze delle amiche d’infanzia di Reggio Emilia: Ione Bartoli, Loretta Giaroni ed Eletta Bertani che per la prima volta prendono la parola in modo così esteso. Le origini nel “casermone” dove è nata, la Resistenza, le lotte in Emilia-Romagna, naturalmente anche l’amore trasgressivo con Togliatti, più grande di lei e sposato, un amore inviso persino ai compagni di partito in un’Italia ancora legata a una visione ipocrita della famiglia e della coppia.

Tra gli interventi Livia Turco, Presidente della Fondazione Iotti, il presidente emerito Giorgio Napolitano e l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella, ma anche grandi personaggi della cultura come Piera Degli Esposti, Luciana Castellina, Cecilia Mangini, Michela Murgia, Edda Billi, Elly Schlein, Daniela Ducato, imprenditrice green sarda. Si parla molto di “tempo delle donne” e delle grandi battaglie di Nilde: il nuovo diritto di famiglia, il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, l’abolizione della dote e della patria potestà, il divorzio e l’aborto. E poi, più avanti, la riforma della legge elettorale per consentire l’ingresso di un maggior numero di deputate. Iotti poi fu la prima presidente della Camera e lo restò per tre legislature, rifiutando anche la proposta di diventare senatrice a vita per non lasciare il suo posto. “Era talmente amata che veniva quasi naturale posizionarla in questa carica – commenta Marcias – Ha sempre portato avanti le sue battaglie nonostante la presidenza, è sempre stata vicina ai cittadini senza interessi di parte. Per i politici di oggi, che lavorano soprattutto con i social, i tweet e gli slogan, è un grande esempio”. 

Tutti i testimoni, a partire da Sergio Mattarella, hanno aderito alla richiesta di intervista con piacere. “Il presidente della Repubblica ci ha ricevuto prima del lockdown. C’è anche qualcuno che ci ha detto di no, forse pensava che si trattasse di un film politico, invece vuole essere il ritratto di una grande donna del Novecento”. Per quanto riguarda il tema del tempo, filo conduttore del documentario, Marcias lo spiega così: “Nilde è stata portavoce dell’universo femminile, ha sempre sottolineato con forza quanta fatica facessero le donne per lavorare e curare la famiglia allo stesso momento”. E come ha affrontato il capitolo privato? “Sono passato attraverso il carteggio tra lei e Togliatti, scritti toccanti e originali con questi innamorati che si scambiano lettere in un periodo storico complesso. La relazione è già stata raccontata tantissimo ed io volevo darne una diversa immagine. Il Pci fu molto agguerrito contro Nilde, era troppo presto per accettare quel legame. Quello che mi ha colpito è il garbo con cui lei ha affrontato tutta questa vicenda. Ha sofferto con compostezza. Come dice Piera Degli Esposti, con il grande equilibrio che è la sua nota dominante”.

Prossimo lavoro di Marcias un film d’animazione tratto da un testo di Giorgio Todde, Lo stato delle anime.

Nilde Iotti Il tempo delle donne, prodotto da Mario Mazzarotto con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Fondazione Sardegna Film Commission, in collaborazione con Aamod, sarà distribuito da I Wonder a fine ottobre e andrà in onda su Sky Arte.  

Cristiana Paternò
07 Settembre 2020

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