Pupi Avati: Castellitto sarà Boccaccio

Sergio Castellitto sarà Boccaccio in quest'opera che partirà a giugno tra Toscana, Romagna e Cinecittà


Pupi Avati, nel giorno del Dantedì, racconta all’Ansa il film che sta per fare sull’Alighieri. “Dante attuale probabilmente lo è sempre stato – spiega Avati – c’era già nel nostro inconscio. Con lui nasce la nostra lingua e la forma poetica più alta. Certo gli anni scolastici non ce lo hanno fatto amare, ma è un personaggio che non ha uguali. È sconfinato”. Per quanto riguarda la sua cultura “resta un mistero. – dice – Se si guarda al suo albero genealogico troviamo tutti avi dediti al denaro, all’usura e alla concretezza della vita”. La lettura che fa il regista di questo personaggio è però legata al dolore. “Dante perde la madre a cinque anni e, a dieci, il padre. Si innamora poi di Beatrice a nove anni e la corteggia per tutta la vita fino a quando lei si sposa con Simone Bardi. Dopo due anni la sua amata muore di vaiolo. Per far capire il loro rapporto, Beatrice dice una sola battuta in tutto il mio film: Vi saluto”.

Sergio Castellitto sarà Boccaccio in quest’opera che partirà a giugno tra Toscana, Romagna e Cinecittà: “Per quanto riguarda invece l’attore che interpreterà il Divin Poeta sto ancora facendo provini. Ciò di cui sono però certo è che non sarà il solito Dante con quel naso tremendo, ma qualcosa di diverso, fuori dalla tradizionale iconografia. Anzi, dovrò scegliere tra tre attori, rispettivamente nel ruolo di Dante giovane, adulto e anziano”.

Sulla grandezza di questo personaggio: “Nessuno riesce ad immaginare il successo che ebbe l’Inferno quando uscì a Firenze. Fu un best seller che portò molte famiglie a riconoscersi come sodomiti o assassini. Lui mise alla berlina persone ancora vive. Un coraggio estremo il suo, perché, pur potendo essere perdonato con un atto di umiltà, non volle rientrare a Firenze dove rischiava il rogo insieme ai suoi figli maschi”.

Non solo: “Pochi sanno che gli ultimi tredici canti del Paradiso furono trovati nascosti nella sua cucina a otto mesi dalla sua morte. Li aveva fatti sparire perché attaccavano il Papa”.

Cosa si aspetta davvero Avati da questo film voluto con ostinazione da 18 anni e che ora finalmente realizza quando di anni ne ha 82? “Vorrei che, a fine film, gli spettatori si ritrovassero ad amare Dante come era stato per Boccaccio. Un’impresa davvero ambiziosa”.

Infine, una curiosità: “Per capire davvero cosa era il Medioevo – conclude Avati – darò a tutta la troupe una copia del testamento di Boccaccio in cui il poeta lascia alla sua domestica due lenzuola, una pentola e un mestolo”.  

Cr. P.
25 Marzo 2021

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