La riforma dei Golden Globe: più black e meno regali

I Golden Globe si riformano dopo le accuse alla Hollywood Foreign Press di essere una "casta" che non include al suo interno giornalisti neri


I Golden Globe si riformano dopo le accuse alla Hollywood Foreign Press di essere una “casta” che non include al suo interno giornalisti neri. L’associazione che assegna i prestigiosi premi pre-Oscar per il miglior cinema e la miglior tv dell’anno ha presentato un piano in base al quale aumenterà il numero dei reporter di colore, introducendo al tempo stesso restrizioni sui doni da parte degli studi e sui pagamenti che i membri ricevono per far parte dei suoi comitati.

Le proposte rappresentano la risposta alla crisi scoppiata dopo un’inchiesta del Los Angeles Times uscita alla vigilia della cerimonia di quest’anno. Le polemiche avevano messo a rischio la stessa ragion d’essere della Hollywood Foreign Press Association e le sue relazioni con star di “serie A” molte delle quali, attraverso le agenzie di talenti che le rappresentano, avevano minacciato il boicottaggio dell’organizzazione.

Fanno attualmente parte della Hfpa 86 giornalisti: la riforma proposta dal board prevede l’aggiunta di 20 nuovi membri entro al fine dell’anno con un focus particolare sul reclutamento di giornalisti neri, e l’obiettivo di aumentare la membership del 50% nei prossimi 18 mesi. “Non è chiaro però se le nuove misure metteranno a tacere le critiche – scrive Variety – né se alla fine le nuove regole saranno approvate dagli attuali membri: una eventualità che farebbe finire ogni idea di riforma su un binario morto”.

Il dossier del Los Angeles Times aveva messo sul banco degli imputati non solo il razzismo istituzionale del gruppo ma anche una “cultura della corruzione” alimentata da pagamenti “in natura” degli studi, pronti a sovvenzionare cene in ristoranti stellati, viaggi aerei e soggiorni in alberghi di lusso per attirare recensioni positive sui loro film. Come reazione, oltre cento aziende di pubbliche relazioni avevano minacciato di tagliare l’accesso dei membri del gruppo ai loro clienti: una prospettiva disastrosa per chi scrive di cinema da Hollywood. L’attacco del Los Angeles Times non era stata d’altra parte la sola bufera che nelle ultime settimane si è abbattuta sulla Hfpa: un mese fa il gruppo aveva espulso l’ex presidente Philip Berk, un anziano giornalista a sudafricano che in una mail ad altri membri aveva citato un articolo in cui il movimento Black Lives Matter veniva definito “un movimento di odio razzista”. Berk era stato accusato in passato per aver aggredito sessualmente l’attore Brendan Fraser ma era rimasto al suo posto dopo che un’inchiesta interna aveva determinato che le molestie erano state uno scherzo.

Cr. P.
04 Maggio 2021

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