‘A Chiara’, l’estremo sforzo alla ricerca dell’autenticità

'A Chiara', l'estremo sforzo alla ricerca dell'autenticità


CANNES – Presentato a La Quinzaine des Réalisateurs nell’ambito della 74° Festival di Cannes, A Chiara è il terzo lungometraggio diretto da Jonas Carpignano, che ancora una volta fa rivivere sullo schermo le strade e gli abitanti della sua Gioia Tauro, la cittadina calabrese che lo ha adottato da ormai 10 anni. Dopo il successo di A Ciambra, che gli è valso un David alla Miglior Regia, il regista continua con il suo cinema naturalista, fatto di facce reali e attori non professionisti. Questa volta, però, fa un passo ancora più in là. Mettendo al centro del suo racconto una famiglia vera, composta da padre, madre e tre figlie. Quella di mezzo si chiama Swamy Rotolo, che interpreta la protagonista Chiara.

“Non è una storia vera, nel senso che non è la storia della famiglia Rotolo. – dichiara Jonas Carpignano – Li ho presi è inseriti in una struttura narrativa che ho creato io. È la realtà che li circonda a essere vera, perché è quella di Gioia Tauro”.

A Chiara racconta la storia di una 15enne la cui vita all’apparenza normale viene stravolta quando il padre diventa un latitante ricercato dalla polizia. Chiara inizia così a cercare la verità che la sua famiglia le sta tenendo nascosta, quando la scoprirà dovrà affrontare la più difficile delle scelte.

La genesi del film è molto complessa: inizialmente bloccato dalla pandemia, esplosa proprio in concomitanza con l’inizio delle riprese (febbraio 2020), nel corso del tempo Carpignano ha saputo trovare il lato positivo della situazione. In primis per l’obbligo della troupe di lavorare in formato ridotto (da trenta componenti a solo nove), che ha reso il set un luogo più intimo, una seconda famiglia che si è aggiunta in maniera organica a quella Rotolo, protagonista del film.

In secondo luogo perché con il covid il tema della criminalità organizzata è diventato pressante. Come sottolinea lo stesso regista: “Tutti durante la pandemia (Saviano, Lamorgese, Gratteri) dicevano: state attentanti che ora arriva la mafia. Quando non arriva lo stato, spesso la gente è costretta a fare altre scelte. Il padre di Chiara, nel film, non si sente un mafioso cattivo, cerca solo un modo per prendersi cura della propria famiglia”.

La tanto cara autenticità è stata portata all’estremo da una forte scelta del regista, che non ha mai fatto leggere la sceneggiatura agli attori. Gli interpreti erano a conoscenza esattamente di quello che sapevano i loro personaggi, il resto lo scoprivano andando avanti nella storia, che è stata girata in ordine cronologico.

Fondamentale però per non far crollare tutto come un castello di carte è stato il casting particolarmente felice della famiglia Rotolo e, in particolare, di Swamy. Carpignano ha riconosciuto a prima vista il suo talento: “ho deciso subito che sarebbe stata lei a fare Chiara. Uno perché lei è quella che è, poi conoscevo bene la sua famiglia, che è molto numerosa, gli zii, i cugini. Stanno in un quartiere che conosco, Piano delle Fosse, dove facciamo da anni un festival di Cinema. Sono ormai 6 o 7 anni che penso a lei in questo ruolo. È stato un rapporto di amicizia che è diventato un rapporto lavorativo”.

In effetti la capacità dell’attrice di sostenere l’intero film sulle sue giovani spalle è davvero sorprendente: “Io all’inizio non volevo farlo. – dichiara Swamy Rotolo – Era un mondo nuovo, non avevo mai lavorato nel mondo del cinema, se escludiamo una piccola parte in A Ciambra. Adesso però mi è venuta voglia, anche se so che devo studiare e che è un lungo percorso. Credo che Chiara sia molto coraggiosa, è un ruolo che mi appartiene, siamo molto simili di carattere. Credo che se mi fossi trovato nel suo caso, avrei reagito proprio come lei”.

Per lei, dunque, si prospetta un futuro nel mondo del cinema, come profetizza lo stesso Carpignano: “È cresciuta moltissimo nel corso del film. La scena finale l’abbiamo girata dopo un po’ di tempo. E quando l’ho vista là, ho capito che avevo davanti un’attrice professionista. Questa ragazza sarà più grande di me e di questo film. Sarò io a raccontare ai miei figli di averla conosciuta”.

Il futuro di Carpignano, invece, sarà probabilmente lontano da Gioia Tauro. I suoi prossimi film, infatti, saranno ambientati altrove, per poi, chissà, tornare un giorno a raccontarla di nuovo.

A Chiara verrà distribuito nelle sale italiane da Lucky Red in collaborazione con Academy Two.

Carlo D'Acquisto
09 Luglio 2021

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