‘Nitram’, la dolorosa storia vera che ha cambiato l’Australia

‘Nitram’, la dolorosa storia vera che ha cambiato l’Australia


CANNES – Metà degli anni ’90, il giovane Nitram vive una vita di frustrazione e solitudine nella casa dei genitori. Qualcosa non va nella sua mente, ma solo dopo l’ennesima delusione, quando entra in un negozio di armi, ci rendiamo conto che le conseguenze del suo dolore potrebbero essere molto più tragiche del previsto.

Nitram è il nuovo film del regista australiano Justin Kurzel, finalmente tornato libero dal giogo di Hollywood. Presentato in Concorso al 74esimo Festival di Cannes, il film si presenta come dramma psicologico e sociale ma già nel suo titolo nasconde la chiave per capirne il senso più profondo: il nome Nitram, infatti, è l’opposto di Martin, chiaro riferimento a un nome che in Australia non passa di certo inosservato.

Era il 28 aprile 1996, infatti, quando Martin Bryant fu l’artefice del terribile massacro di Port Arthur, in Tasmania, causando la morte di 35 persone e il ferimento di altre 23. Un evento così traumatico per la popolazione locale che portò nel giro di pochissime settimane alla promulgazione di leggi, tutt’ora in vigore, che rendono molto più difficile l’acquisto e l’utilizzo di armi da fuoco in tutto l’arcipelago Australiano.

“Quando Shaun mi ha mandato la sceneggiatura ho fatto un grosso respiro – dichiara il regista Justin Kurzel – ho visto qualcosa nella sceneggiatura, in quello che voleva comunicare che era estremamente emozionante e avvincente e, in parte, scioccante per il modo progressivo con cui si entra a contatto con la mente di questo personaggio. Quando lo vediamo entrare nel negozio e comprare armi con tanta facilità e senza licenza capiamo davvero l’importanza della riforma del 1996”.

È Shaun Grant, lo sceneggiatore del film, ha spiegare la genesi del film: “Se non avessi vissuto a Los Angeles questo film non sarebbe mai esistito perché la cultura delle armi negli Stati Uniti è molto diversa rispetto a quella australiana. Un giorno un uomo iniziò a sparare proprio nel centro commerciale dove mia moglie stava per andare. Per fortuna non c’è andata per impegni di lavoro e ne sono molto grato, ma è una cosa che mi ha scioccato. Ho iniziato a pensare e sono tornato a quel momento del 1996, come ci siamo comportati in quella occasione mi rende molto orgoglioso di essere australiano”. Nonostante questo tema di fondo, cruciale nella parte finale, il film resta una storia molto intima: “il film è costruito come un dramma familiare – continua lo sceneggiatore – e il momento in cui arrivano le armi e una cosa che non puoi neanche immaginare, ti toglie il respiro”.

Nitram è un attento e curato scavo nella mente del protagonista, interpretato da Caleb Landry Jones. Per l’attore statunitense il ruolo è consistito in una duplice sfida. Da una parte ha dovuto vestire i panni dell’australiano, studiare il contesto storico e sociale tramite la visione di programmi tv e musica anni ‘90, imparare l’accento. “Il mio lavoro è stato principalmente quello di osservare – dichiara l’attore – mi è stato dato tantissimo materiale per entrare a contatto con la cultura australiana. E sono grato di avere lavorato con un team di grandi artisti e professionisti che mi hanno aiutato ad entrare nel personaggio”. Dall’altra ha dovuto immedesimarsi in un ragazzo profondamente frustrato e psicopatico per cui “l’unico modo per me era continuare a esserlo senza mai smettere, è stato difficile, anche doloroso, ma necessario”.

 

Carlo D'Acquisto
17 Luglio 2021

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