Gianni Canova guest director a Donnafugata

Gianni Canova guest director a Donnafugata


Molte novità contraddistinguono la tredicesima edizione del DonnaFugata Film Festival – L’isola come set, che affianca alla tradizionale cornice ragusana del Castello di Donnafugata (3-8 agosto) anche il Cortile della Fondazione Bufalino di Comiso (24 agosto-5 settembre) e come sempre è organizzato dal Cinestudio Groucho Marx e dalla Fondazione degli Archi, in collaborazione con la Fondazione Bufalino e Archinet Srl, oltre al Cineclub Fitzcarraldo e Polittico Srl, con il patrocinio dei Comuni di Ragusa e di Comiso.

Ai vertici del festival il neo presidente Lorenzo Lo Presti, coordinato dall’ideatore Salvatore Schembari, e dal direttore artistico Francesco Calogero, come da tradizione supportato da un guest director appartenente al segno zodiacale che ogni anno contraddistingue il festival: al “Capricorno” Mimmo Calopresti subentra così Gianni Canova, appartenente al segno dell’Acquario.

Rettore dell’Università IULM di Milano, dove insegna Storia del cinema e Filmologia, Canova è stato critico cinematografico per La Repubblica, “Sette” del Corriere della Sera e La Voce, e fondatore del mensile di cinema e cultura visuale “Duel” (poi “Duellanti”). Autore di saggi e del romanzo horror Palpebre, ha ideato numerose mostre multimediali, e curato grandi opere come l’Enciclopedia del Cinema. Attualmente dirige il mensile “8 ½. Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano”, edito da Istituto Luce Cinecittà, ed è autore e conduttore dei programmi televisivi Il cinemaniaco su Sky Cinema e Luce Social Club su Sky Arte, oltre che del format “I mestieri del cinema” sul portale We Love Cinema.

Utile pretesto per rivisitare la storia del cinema, l’eccentrica sezione Zodiac Film Fest celebrerà dunque in questa edizione i grandi protagonisti della settima arte nati sotto il segno dell’Acquario. Tra questi, registi del calibro di John Ford, Ejzenstejn, Griffith, Dreyer, Lubitsch, Truffaut, mentre tra gli interpreti è sufficiente citare i nomi di Kim Novak, Mia Farrow, James Dean, Humphrey Bogart, Clark Gable, Paul Newman, Jack Lemmon, John Belushi, John Travolta, Daniel Auteuil, Vanessa Redgrave, Nastassja Kinski, Charlotte Rampling, Totò, Massimo Troisi. Tra gli ospiti del festival appartenenti al segno, da segnalare il ritorno, a dodici anni di distanza, dell’attore Francesco Salvi. Altro Acquario già presente nella prima edizione è il regista Pasquale Scimeca, che presenterà il suo ultimo doc L’isola incantata, mentre esordisce al festival il regista Acquario Francesco Cannavà, che presenta a Comiso il doc Space Beyond, dedicato all’astronauta siciliano Luca Parmitano, e a Donnafugata Because of My Body, all’interno di una serata (denominata Inclusion Night) tutta dedicata alla diversabilità, che si concluderà con il toccante In viaggio verso un sogno e inizierà con una conversazione, animata da esperti, intitolata Cupido non fa differenze – Indagine sulla sessualità ai tempi del Lovegiver.

L’ambientazione siciliana è comune anche al doc inaugurale La storia vergognosa di Nella Condorelli, girato in buona parte nella vicina Comiso. Interpretato dall’attrice paraguaiana Fiorella Migliore – di ascendenza comisana, vincitrice del titolo di Miss Italia nel Mondo nel 2008 – la sua appartenenza al segno dell’Acquario la rende madrina ideale (purtroppo soltanto in collegamento video, per via delle restrizioni legate al Covid) dell’edizione 2021 del DFFF.

Alla sezione “L’isola come set”, da sempre dedicata alle produzioni legate alla Sicilia, appartiene anche il film trionfatore degli ultimi Nastri d’Argento Le sorelle Macaluso, accompagnato al festival da una nutrita rappresentanza del cast (Donatella Finocchiaro, Anita Pomario, Serena Barone, Simona Malato, Susanna Piraino).

Una delle novità più importanti del XIII DFFF è certamente la sezione “Focus Europa”, che inizia la sua esplorazione delle cinematografie continentali partendo dall’estremo nord, e segnatamente dalla Norvegia. La presenza di ospiti solo in video per problemi legati a pandemia e quarantene non nuoce alla fruizione della selezione curata da Claudio Botosso, stabile collaboratore del festival. Si spazia dal classico brillante Il telegrafista – girato nel 1993 da Erik Gustavson, tratto da Knut Hamsun – fino al recente Novemberoslo, uno spiazzante Grande freddo osloense diretto da Gianluca Iumiento, regista ligure da anni operante in Norvegia. Non mancherà nella selezione un docudrama – in We Are Here Now la regista Mariken Halle segue per un anno un gruppo di neogenitori – e due film (il corto In the Last Moment e il lungo Bambieffekten) diretti da Øystein Stene, e connessi sul tema della morte, affrontato in maniera originale. A completare la selezione il thriller paranormale Thelma, diretto da Joachim Trier, fresco del trionfo cannense con The Worst Person in the World, premiato con la Palma d’oro per la miglior attrice a Renate Reinsve.

Già dalla sua nascita, avvenuta nel 2009, il DFFF era incentrato sulla sua sezione più originale, lo Zodiac Film Fest appunto, che inaugurò la felice intuizione delle corrispondenze tra cinema e segni zodiacali, celebrando l’Acquario. Adesso, passati dodici anni e concluso l’arco completo dei segni, si torna all’inizio del ciclo. La ripartenza dal segno dell’Acquario – ancor più alla luce degli eventi che hanno caratterizzato ogni aspetto della vita personale e sociale di chiunque – avrebbe dovuto assumere carattere di rottura, rafforzando l’upgrade artistico che ha ispirato la ricerca del gruppo di lavoro, anno dopo anno. Ma il mancato salto di qualità sul piano produttivo – avvenuto solo in minima parte – non imputabile esclusivamente alle perduranti difficoltà dovute alla pandemia, pone questioni che non si possono più eludere.  

“Il sopraggiungere della nuova era dell’Acquario doveva per definizione essere foriera di benessere e occasione di rinnovamento – dichiara Francesco Pace, presidente del Cinestudio Groucho Marx – E invece ci siamo come sempre scontrati con la disattenzione delle istituzioni, che dovrebbero avere a cuore iniziative culturali di alto livello (quale il Donnafugata Film Festival ha dimostrato di essere nell’arco di dodici anni). I ritardi nei bandi e nelle delibere, così come alcune decisioni cervellotiche e contraddittorie non aiutano una programmazione efficace e corretta. Se le cose non cambieranno, al festival non resterà altra strada che un’amara estinzione”. 

C.DA
02 Agosto 2021

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