‘7 donne e un mistero’, Buy: “unite siamo più forti”

Arriva in sala il 25 dicembre il nuovo film di Alessandro Genovesi, una fusione tra commedia e giallo che punta tutto su un cast stellare con, tra le altre, Margherita Buy, Micaela Ramazzotti, Luisa R


Il 25 dicembre uscirà nelle sale un film all’apparenza poco natalizio, ma che in verità è stato pensato per inserirsi alla perfezione in questo particolare momento distributivo. A rendere tale 7 donne e un mistero di Alessandro Genovesi non è l’ambientazione innevata o il fatto che la vicenda si svolga durante la vigilia di Natale, quanto piuttosto la sostanziale leggerezza con cui è impostato, che rende questo film un prodotto adatto a chiunque voglia passare in allegria un pomeriggio di festa. Remake del popolare film francese di François Ozon 8 donne e un mistero (8 Femmes – 2002), a sua volta adattamento di una pièce teatrale degli anni 60, si tratta di un classico giallo alla Agatha Christie. Ambientato per l’occasione nell’Italia degli anni 30, racconta la storia di 7 donne che si trovano a risolvere il mistero della morte dell’unico uomo di famiglia, Marcello.

Come personaggi di un Cluedo vivente, le protagoniste sono tutte caratterizzate da un colore predominante e da un carattere smaccato e subito evidente. Margherita Buy interpreta la moglie disamorata, Diana Del Bufalo e Benedetta Porcaroli sono le due figlie, la maggiore responsabile e disciplinata, la minore irriverente e irrefrenabile, Sabrina Impacciatore è la cognata zitella, Ornella Vanoni la suocera ubriacona, Luisa Ranieri la nuova governante napoletana e Micaela Ramazzotti una misteriosa e seducente amica d’infanzia.

Ovviamente a farla da padrone sono i rapporti tra tutti i personaggi, che nell’arco della notte man a mano fanno emergere tutti i loro numerosi, e spesso sconvolgenti, segreti. L’apertura del “vaso di Pandora della famiglia”, come lo definisce Benedetta Porcaroli, porta a un enorme numero di conflitti tra tutte le protagoniste. Conflitti che spesso sfociano in atti di violenza, che però vengono subito ridimensionati in un’ottica di sdrammatizzazione in cui tutto è sostanzialmente grottesco e pensato per chiamare la risata del pubblico. A detta di Luisa Ranieri, infatti, l’intento del film è quello di “scoprire e svelare quello che non si deve sapere, quei nodi e quei conflitti subdoli che stanno normalmente nelle famiglie. Ma non c’è sentimento di vendetta o odio, alla fine c’è un abbracciare l’altro, includerlo”.

In questo non prendersi mai sul serio sta la chiave del film, che non ha nessun intento realistico, né nelle reazioni umane né nelle situazioni. Una commedia pura, come rivendica il regista Alessandro Genovesi: “il film di Ozon è tratto da una pièce teatrale, ed è molto fedele. Per me l’importante era che venisse fuori l’aspetto giallistico: confrontarmi con questo genere e inquinarlo con quello che io so fare un pochettino meglio, ovvero la commedia. Il punto di vista è diverso da quello di Ozon. La parte musicale, ad esempio, che nel suo film era preponderante, è stata tolta perché faceva parte del suo stile, e una cosa è ispirarsi alla stessa pièce, un’altra è copiare le idee agli altri”.

Insospettabilmente, in un cast strepitoso, ricco di attrici di talento e dallo spiccato senso dell’umorismo, colei che riesce a strappare le maggiori risate, anche se un po’ ripetitive alla lunga, è la grande Ornella Vanoni, semplicemente perfetta nella parte, con le sue piccole ma coerenti imperfezioni nel parlato e con il suo incalzante tempo comico.

7 donne e un mistero è un film compatto, curato nei minimi dettagli a livello di messa in scena e che fa i conti con gli strascichi portati dal movimento Me Too: “L’onda che viene dagli Stati Uniti sta arrivando anche da noi – afferma Sabrina Impacciatore – questo è il primo vero film dopo il Me Too che celebra il femminile in 7 forme diverse, dimostra che anche le donne possono far ridere e giocare insieme. Per noi è un film politico”.

Seppure il film difficilmente supererebbe il celebre test di Bechdel, che verifica se un’opera contiene almeno due personaggi femminili che parlano tra loro di un qualsiasi argomento che non riguardi un uomo, è innegabile il tentativo di ribaltare la dinamica di una storia scritta negli anni 60, e qui addirittura portata indietro di altri 30 anni. Come afferma Margherita Buy, quello del film “è un insegnamento rivolto verso un mondo nuovo. Basta con questa idea che le donne devono farsi la guerra, se siamo unite saremo sempre più forti”.

Carlo D'Acquisto
15 Dicembre 2021

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