I più grandi film mai realizzati

Joshua Hull nell’album Underexposed! The 50 Greatest Movies Never Made (Abrams, New York) si occupa di 50 progetti cinematografici mai realizzati con tanto di locandine create ad hoc


Nel suo labirintico baedecker L’isola che non c’è. Viaggio nel cinema italiano che non vedremo mai (La Cineteca di Bologna, 2015) lo  storico Gian Piero Brunetta aveva analizzato scrupolosamente, autore per autore, circa 1500 titoli di film mai realizzati da Sergio Amidei, Michelangelo Antonioni, Tinto Brass, Ennio De Concini, Federico Fellini, Ennio Flaiano, Marco Tullio Giordana, Sergio Leone, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello, Alberto Sordi, Cesare Zavattini, Valerio Zurlini e tanti altri. 

Su questo inesauribile tema torna il cronista americano Joshua Hull nell’album Underexposed! The 50 Greatest Movies Never Made (Abrams, New York). Così scrive nell’introduzione: “E i film che non nascono mai, che languono e muoiono nel ventre sottoesposto della macchina Hollywood? Che dire di quei mondi perduti, dei progetti annunciati o discussi da registi e studios, quelli che scopriamo online e sui quali condividiamo o ritwittiamo la nostra eccitazione ma dei quali in seguito non sentiremo mai più parlare? Che dire delle persone e delle storie dietro quei progetti? Bene, amici, ne parleremo qui. Hollywood è un meccanismo ben oliato che produce e distribuisce centinaia di film ogni anno. Ma per ciascun film realizzato ce ne sono centinaia d’altri che si bloccano o che rimangono nell’inferno dello sviluppo. Esploreremo la storia di cinquanta film non realizzati. Seguiremo i loro inizi e le loro sfortunate conclusioni. Gli ridaremo vita”.

L’originalità del volume sta nell’aver affidato a cinquanta grafici e artisti internazionali la creazione di altrettanti poster di pellicole rimaste allo stadio di ipotesi, sia pure ben documentate. I coloratissimi e credibilissimi manifesti rigurgitano di nomi celebri, sia nei cast che nei credits. Un onirismo spinto a due livelli: i cineasti tuttora attivi che potrebbero, chissà, riprendere in mano i propri progetti abbandonati, e quelli ormai beati in Paradiso, quali Alfred Hitchcock e Jerry Lewis

Il potentissimo filmmaker neozelandese Peter Jackson se volesse, ad esempio, girare A Nightmare on Elm Street: The Dream Lover, il sesto capitolo della saga di Freddy Krueger che la New Line Cinema gli aveva affidato nel 1990, potrebbe farlo. Idem Sofia Coppola potrebbe riprendere in mano La sirenetta, la favola di Hans Christian Andersen che la Universal le aveva proposto nel 2014. David Fincher potrebbe riesumare il poliziesco anni ‘30 Ness che doveva fare con la Paramount nel 2006, Steven Soderbergh il musical Cleopatra 3-D, Tim Burton Monsterapocalypse in 3-D e così via.

Maggiori difficoltà avrebbero Mick Jagger e i Rolling Stones ad interpretare oggi Arancia meccanica, l’adattamento del bestseller dello scrittore inglese Anthony Burgess per il quale erano stati interpellati prima che il discusso progetto facesse tappa nella casa londinese del veneziano espatriato Tinto Brass, e infine se ne appropriasse l’americano espatriato Stanley Kubrick. E Kubrick, ahimé, non potrà più regalarci i favolosi Beatles ne Il Signore degli anelli, un progetto rievocato da un capitolo particolarmente affascinante dell’opera.

Lorenzo Codelli
16 Gennaio 2022

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