Nanni Moretti a Cinecittà con ‘Il sol dell’avvenire’

Dopo aver girato tutti i suoi ultimi film in ambienti dal vero, per il suo prossimo progetto, Il sol dell’avvenire, Nanni Moretti tornerà a Cinecittà con Il sol dell'avvenire, protagonista Amalric


Dopo aver girato tutti i suoi ultimi film in ambienti dal vero, per il suo prossimo progetto, Il sol dell’avvenire, Nanni Moretti torna a Cinecittà, dove più di 40 anni fa girò Sogni d’oro e più di recente Habemus Papam. “Tre piani l’ho girato in una palazzina vera – ha spiegato a Ilaria Ravarino in un’intervista apparsa su ‘Italian Cinema’ – ma con la scenografa ci ho lavorato come se fosse un teatro di posa. Dentro non c’era nulla, era una scatola vuota. Abbiamo inventato e arredato quattro appartamenti. Mi piace usare un ambiente vero e lavorarci come se fossi in teatro di posa: la piscina in Palombella rossa, il liceo Marilyn Monroe in Bianca, l’ospedale in Mia madre. A Cinecittà ho girato molte scene di Sogni d’oro, più di quarant’anni fa, e ci ho montato e missato diversi film. Facevo visite molto brevi sui set di Fellini: Prova d’orchestra, La città delle donne, Ginger e Fred, E la nave va… C’era sempre un grande caos (da lui assecondato), era impensabile per Fellini girare in presa diretta”.

Protagonista del nuovo film di Moretti – che lo stesso autore definisce “complesso e costoso” – è l’attore e regista francese Mathieu Amalric (considera Il sol dell’avvenire “una commedia alla Moretti, dunque segnata dalla disillusione”), che recita accanto a un nutrito e importante cast, guidato da Margherita Buy e Silvio Orlando, con Barbora Bobulova, lo stesso Nanni, Elena Lietti, Jerzy Stuhr, Laura Nardi, Beniamino Marcone, Rosario Lisma, Flavio Furno, Francesco Brandi: in un video su Instagram postato dallo stesso regista vediamo le foto di tutti (compresa quella del compianto Renato Scarpa) e una carrellata sui costumi già pronti in sartoria.

La sceneggiatura vede affiancare Nanni dalle collaboratrici di sempre Valia Santella, Federica Pontremoli e Francesca Marciano. Il film è ambientato a Roma negli anni ’50 e fino ai ’70 nell’ambiente del circo e parla anche di cinema. Prodotto dalla Sacher Film e da Fandango, con Rai Cinema sarà distribuito da 01. “Il sol dell’avvenire – spiega il produttore Fandango Domenico Procacci – è il quarto film di Nanni Moretti che Fandango produce, insieme a Sacher Film. La collaborazione è iniziata su Habemus Papam. Il rapporto lavorativo tra Nanni e Angelo Barbagallo si era concluso da poco, e, invece che sommare i ruoli, Moretti ha deciso di concentrarsi sulla regia e associarsi a un altro produttore. Sicuramente nella scelta ha pesato la buona relazione che c’era stata tra noi durante le riprese di Caos calmo. Nanni, sceneggiatore e protagonista del film, era molto coinvolto, pur non curando la regia che abbiamo di comune accordo affidato ad Antonello Grimaldi. Inutile dire quanto questo mi abbia fatto e continui a farmi piacere”. E prosegue: “I luoghi in questo film hanno una importanza notevole, e sceglierli non è stato facile. Lo scenografo Alessandro Vannucci e i suoi collaboratori hanno fatto un enorme lavoro di ricerca. Alla fine, e magari suonerà banale, la scelta è caduta su Cinecittà. Qui realizzeremo gli interni in teatro e negli enormi spazi sulla Pontina che Cinecittà gestisce stiamo realizzando costruzioni molto impegnative. Abbiamo lavorato molto in passato con Cinecittà e conosciamo il livello di qualità che ci viene offerto e che, in particolare su questo film, ci è indispensabile”.

Nell’intervista citata, Moretti interviene anche sul tema delle piattaforme: “Quando lessi che Scorsese stava girando un film per Netflix rimasi molto stupito. Vedere un film al cinema sapendo già che dopo venti giorni sarà distribuito nelle piattaforme mi fa molta impressione. Per me la sala è insostituibile, e parlo non solo da regista e produttore ma anche da spettatore. Se faccio un film, lo faccio per i cinema. Per quanto riguarda le serie, non lo escludo in linea di principio, l’importante è che non mi rompano le scatole su nessuna fase della lavorazione: sceneggiatura, riprese, montaggio. Ma a giudicare dai racconti lagnosi che mi fanno amici registi, sceneggiatori e produttori, sembra che queste piattaforme siano molto invasive e prepotenti, con regolette anche ridicole”.

11 Febbraio 2022

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